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Facebookmania: la medicina? Spegnere il Pc e andare a fare una passeggiata

Al Policlinico Gemelli è stato inaugurato un ambulatorio psichiatrico sulle “dipendenze patologiche” dedicato ai dipendenti da internet, in special modo dai social network, Facebook in primis.

Autore: Santina Buscemi

Pubblicato il: 02/11/2009

Saranno soddisfatti gli avversori del più popolare fra i social network, adesso anche la medicina dà  loro ragione: Facebook può essere una malattia.
Come pubblicato quest'estate sul New York Times, si sta diffondendo negli Usa la tendenza ad accendere il Pc per collegarsi ad internet anche prima di far colazione, mettendo in secondo piano i rapporti familiari e tutte le altre sfere della vita autentica, a favore del mondo virtuale del web. Un'abitudine non solo americana, ma sempre più comune in Europa e anche nel Bel Paese.
Tanto che nell'ambulatorio psichiatrico sulle dipendenze patologiche, al Policlinico Gemelli di Roma, è stato inaugurato l'ambulatorio per Internet Addiction Disorder, pensato per i web-dipendenti, coloro che sono, nel vero senso della parola, dipendenti da internet. Il concetto di Internet Addiction Disorder è stato coniato nel 1995 dallo psichiatra americano Ivan Goldberg, anche se lo studioso elaborò la sua teoria prima dell'avvento dei social network e quindi, prima delle forme di dipendenza attuali.
Come spiegato dallo psichiatra Federico Tonioni, responsabile del centro, sono presenti individui non in grado di resistere per più di 2-3 ore senza controllare il proprio profilo su Facebook: la mancata consultazione di internet causa ansia, depressione e paura di perdere il controllo su quello che accade in rete.
Una dipendenza vera e propria, paragonabile a quelle da alcool e droga, similare nei sintomi legati all'astinenza e nelle conseguenze sulla vita vera e propria: persone che ritardano agli appuntamenti perchà© incapaci di staccarsi dal computer, diminuzione del dialogo reale a favore di chat o dei linguaggi del web, tutte svariate forme di una nuova malattia.
Diverse, inoltre, le tipologie della dipendenza da internet: la Cyber sexual addiction, legata alla ricerca di materiale pornografico sul web o agli incontri su chat erotiche, la Cyber relational addiction, basata sul bisogno di instaurare rapporti d'amicizia con persone conosciute online, l'information overload, ossia la ricerca ossessiva di informazioni e la dipendenza dai giochi virtuali interattivi, strutturata come net-compulsion, dipendenza da gioco d'azzardo, shopping e commercio online, o computer addiction, cioè il coinvolgimento eccessivo in giochi “virtuali” o “di ruolo”. Diverse forme, accomunate dal bisogno di interagire con le altre persone attraverso il mondo virtuale di internet.
Ai sintomi della dipendenza si associano inoltre altri problemi: la perdita delle relazioni interpersonali, le modificazioni dell'umore, le alterazione del vissuto temporale, la cognitività  completamente orientata all'utilizzo compulsivo del mezzo, il “feticismo tecnologico”, cioè la tendenza a sostituire il mondo reale con un oggetto artificioso con il quale si riesce a costruire un proprio mondo personale e in questo caso virtuale, la deprivazione del sonno, i problemi fisici di varia natura come il mal di schiena, l'affaticamento oculare, la sindrome del tunnel carpale.
Cosa consiglieranno gli esperti del centro del Policlinico ai loro pazienti web-addicted?
Se qualcuno si riconosce in qualcuno dei comportamenti descritti, potrà  prendere un appuntamento al numero 06-30154122 oppure allo 06-30154332 e rivolgersi in seguito all'ambulatorio, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30, presso il Policlinico Gemelli di Roma.
Il buon senso, al di là  dell'utile parere degli esperti, consiglierebbe semplicemente di spegnere il computer e uscire a fare una passeggiata, per riassaporare il piacere di un caffè e di una chiacchierata a quattrocchi, senza il monitor del Pc in mezzo.

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