Internet veloce è un beneficio per il paese che andrebbe sostenuto con tutti i fondi disponibili e un approccio più "creativo". Questo si evince dal
post "Internet Veloce, il nostro punto di vista" apparso recentemente sul blog di
Google Italia.
In primis viene evidenziato il
ritardo con cui il nostro paese si allinea agli standard tecnologici europei e mondiali, complici anche gli stanziamenti bassi che il Governo mette a disposizione. I famosi fondi "congelati" per la crisi ammontano a
800 milioni di Euro, quando la
Francia, ad esempio, ha promesso
10 miliardi per internet veloce.
Google paragona la banda larga a servizi essenziali come l'acqua corrente o l'elettricità , servizi non da discutere ma da potenziare. Sì perchà© una connessione più veloce non permette solo una navigazione più soddisfacente, ma anche un
dialogo migliore con gli enti pubblici e
opportunità di guadagno per le piccole e medie imprese.
Non si tratta solo di soldi, serve anche un
progetto strutturato e coerente con le necessità del paese. Le infrastrutture italiane dovrebbero essere aggiornate a quello che è lo standard europeo e, a livello normativo, la legislazione dovrebbe promuovere lo sviluppo e la diffusione dei
contenuti digitali.
In Italia la penetrazione delle nuove tecnologie legate ad internet è sotto la media europea e, nonostante gli sforzi,
spesso nelle zone rurali non c'è copertura DSL. In paesi come
Francia, Germania e Regno Unito la situazione è notevolmente migliore della nostra.
Per questo motivo si dovrebbe utilizzare ogni possibilità disponibile per potenziare la connettività del Paese, anche attraverso
approcci "creativi". Ad esempio le frequenze lasciate libere dal passaggio al digitale terrestre potrebbero essere impiegate proprio per questo fine. Anche attraverso l'incentivazione di
nuove soluzioni tecnologiche si potrebbe ovviare al problema, pensiamo al
Wimax o alla
banda larga satellitare.
La concorrenza nel settore langue e chi ne fa le spese è il consumatore, sotto forma di connessioni lumaca o del tutto assenti. Tutto il contrario di come dovrebbe essere la rete: aperta, trasparente e libera.
Per questo Google si appella a chi legifera, per ottenere
misure adeguate per lo sfruttamento delle possibilità date da internet broadband: trasparenza da parte dei provider sulla qualità del servizio offerto, incoraggiamento della concorrenza, nessun tipo di filtro ai dati che viaggiano sulla rete e sanzioni adatte alla violazione delle norme. Proprio nel momento in cui l'economia sembra uscire dalla crisi, secondo Google, sarebbe il caso di investire su infrastrutture come internet broadband, per accelerare la ripresa.
Sempre in tema di
velocità online, è recente la notizia che riguarda proprio un'importante
innovazione in via di sviluppo proprio nel quartier generale di Google, il Googleplex. Gli ingegneri del colosso di Mountain View sono al lavoro su un
nuovo protocollo di trasmissione dati via internet,
in alternativa al classico http. Tale tecnologia, denominata
SPDY, permetterebbe una
maggiore velocità nel trasferimento di pacchetti via web. Sfruttando latenze più basse, connessioni multiple e compressioni maggiori i risultati ottenuti nei primi esperimenti sarebbero incoraggianti. Pare che, utilizzando una versione modificata del browser
Chrome compatibile con il protocollo SPDY,
gli ingegneri di Google sono riusciti a ridurre i tempi di caricamento dei 25 siti più importati al mondo del 55%.
Se tali risultati venissero verificati e SPDY fosse adottato, anche gli altri browser e i tutti i web server dovrebbero aggiornarsi. Non è intenzione di Google, tuttavia, soppiantare il normale protocollo http.
Alle aziende, insomma, tocca lo sviluppo di nuove tecnologie e innovazioni e Google non si tira certo indietro. Senza un adeguato
supporto legislativo, però, tali soluzioni perdono di utilità e non si traducono in benefici per gli utenti.
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