Telecom Italia citata in
tribunale. L'azienda è stata denunciata dalla
Federazione anti pirateria audiovisiva (Fapav): l'accusa è di complicità riguardo ai
download di materiali coperti da copyright. Secondo l'ente, infatti, la colpa non è solo degli utenti, ma anche di chi fornisce il servizio di connettività . Telecom, appunto.
Si tratta di un'accusa grave, che chiama direttamente in causa la società , colpevole, secondo la Fapav, di lasciar agire indisturbati i propri clienti. Alle accuse della Federazione si è unita anche la
Siae, che si è dichiarata a favore dell'azione legale: secondo le due associazioni, il provider dovrebbe
impedire l'accesso ai siti di file sharing, rivelando anche l'identità degli utenti che si macchiano di reati contro i diritti d'autore.
La Siae, secondo le dichiarazioni del presidente
Giorgio Assomma, starebbe anche lavorando per determinare un corrispettivo da erogare agli autori danneggiati dai download illegali. La quota, ha sottolineato Assomma, non sarà una tassa ma semplicemente un
giusto compenso per il materiale creativo "rubato".
Telecom dal canto suo risponde accusando la Fapav di
violazione della privacy: come ha fatto l'ente a investigare sulle abitudini degli utenti in rete? Aveva i diritti per sostituire le
autorità giudiziarie preposte al delicato compito? Si ipotizza per la Fapav un reato grave, contro la riservatezza di ogni internauta. Per formulare le sua accuse, l'associazione dovrebbe avere in mano dati certi, come gli
indirizzi IP degli utenti o i loro
percorsi di navigazione. Dati di questo genere non vengono mai tracciati – o almeno non dovrebbero mai esserlo – nemmeno dai
provider, proprio per garantire la privacy. In più, un gigantesco elenco di indirizzi IP e percorsi di navigazione prova che gli utenti ascritti abbiano effettivamente scaricato materiale protetto? La situazione è estremamente intricata. Al
Tribunale di Roma il compito di esaminare il delicato caso.
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