Il tanto discusso
decreto Romani ha fatto un passo in avanti: il
Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sui
media televisivi e sugli
audiovisivi, modificando, o meglio, omettendo, le sue parti più contestate.
Il testo di legge aveva subito diverse critiche, da una parte dell'opinione pubblica e dal presidente dell'
Agcom Corrado Calabrò: a scatenare le contestazioni la parte relativa al web e al suo ordinamento. Il Consiglio dei Ministri ha omesso le parti contestate, rimuovendo i riferimenti a
blog,
giochi online,
giornali sul web e
motori di ricerca.
Nella prima versione del decreto era previsto l'obbligo per chiunque avviasse un'attività di pubblicazione di contenuti audiovisivi su
internet, di chiedere l'autorizzazione prima di procedere: questa parte viene quindi eliminata dal ddl.
Il ministro
Scajola ha spiegato come "Il provvedimento, che recepisce in parte le indicazioni delle Commissioni Parlamentari, reca importanti disposizioni adeguando la disciplina in materia di attività radiotelevisiva alle innovazioni tecnologiche intervenute nel settore. Vengono introdotte regole comuni a tutti i servizi che diffondono immagini in movimento su qualunque piattaforma; norme europee che prevedono regole più flessibili in materia di pubblicità , comprendendo anche il cosiddetto ‘inserimento di prodotto' (product placement) durante le trasmissioni televisive; disposizioni di rafforzamento della tutela dei minori, soprattutto per quanto riguarda la qualità della programmazione quotidiana".
Questi i punti fondamentali del decreto:
1)
Internet
Viene chiarito a quali servizi audiovisivi deve essere applicata la disciplina prevista dalla Direttiva, con un elenco dettagliato delle attività escluse (tra cui i siti Internet tradizionali, come i blog, i motori di ricerca, versioni elettroniche di quotidiani e riviste, giochi online).àˆ stato specificato che il regime dell'autorizzazione generale per i servizi a richiesta (diversi dalla televisione tradizionale, con palinsesto predefinito) non comporta in alcun modo una valutazione preventiva sui contenuti diffusi, ma solo una necessità di mera individuazione del soggetto che la richiede con una semplice dichiarazione di inizio attività .
2)
Produzione audiovisiva
Sono stati reintrodotti gli obblighi di programmazione per tutti gli operatori (compresa la pay-tv), nonchà© le quote di programmazione e di investimento previsti per la Rai e l'accorciamento dei tempi per l'emanazione del regolamento nel cui ambito dovranno essere fissate le sottoquote in favore della cinematografia nazionale, non solo per quanto attiene agli obblighi di investimento, ma anche di programmazione.
3)
Tutela dei minori
Vengono recepite anche condizioni che rafforzano la tutela dei minori, soprattutto per quanto riguarda la pornografia, inequivocabilmente estesa a tutte le piattaforme di trasmissione.
4)
Ordinamento automatico dei canali
Si semplifica e si omogeneizza il posizionamento dei canali televisivi sul telecomando. àˆ stata infatti prevista una sinergia tra l'Autorità Garante per le Comunicazioni (che predispone un "piano di numerazione" con criteri di salvaguardia in favore dell'emittenza locale) e il Ministero (che in sede operativa assegna i rispettivi numeri ai fornitori di contenuti televisivi), con potere di sospensione fino alla revoca dell'autorizzazione in caso di inosservanza. Si ritengono così superate le preoccupazioni espresse dalle emittenti locali in relazione ad una possibile scarsa visibilità della propria programmazione nell'ordinamento automatico dei canali fornito all'utenza.
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