I risultati di un recente studio di
Cisco rivelano che 3 su 4 manager in ambito IT prevedono di aumentare gli investimenti in
tool di collaboration. Allo stesso tempo, è emerso che molti dipendenti ritengono che le policy aziendali riducano la loro capacità di collaborare.
Oltre un quarto dei lavoratori impiegati presso aziende che proibiscono l'uso delle
applicazioni social media ha ammesso di aver modificato le impostazioni dei propri device aziendali per avervi accesso, sostenendo di aver bisogno di quegli strumenti per fare il proprio lavoro".
La ricerca, intitolata "
Collaboration Nations" e condotta a livello globale, ha preso in considerazione vantaggi e sfide della collaboration in aziende di medie e grandi dimensioni (250 dipendenti e più); essa è stata condotta da
InsightExpress, una società di ricerca di digital marketing con sede a Stamford, Connecticut (USA), coinvolgendo 2.023 utenti e 1.011 manager con potere decisionale in ambito IT di 10 paesi nel mondo, inclusa l'Italia.
La ricerca ha rilevato che i decision maker in ambito IT riconoscono l'importanza dei tool di collaboration per il successo futuro delle loro aziende: l'
India e la
Cina sono i paesi in cui l'adozione di queste tecnologie procede in modo più rapido.
Molti dei manager intervistati hanno dichiarato di aver pianificato un
aumento della spesa per la collaboration nell'anno in corso, identificando come aree primarie di investimento
video conferencing, web conferencing e la
telefonia su IP.
Complessivamente, il 96% dei decision maker e degli utenti intervistati riconosce che gli strumenti di collaboration avranno un ruolo importante per il successo futuro delle aziende in cui lavorano. Il 77% dei manager si attende una crescita negli investimenti in tool di collaboration entro l'ottobre di quest'anno, ed il 56% ritiene che la spesa aumenterà del 10% o più.
Produttività ed efficienza sono i vantaggi principali di una maggiore collaboration, sia dal punto di vista dei decision maker sia da quello degli utenti; il 69% degli utenti utilizza con regolarità tool di collaboration avanzati quali video e web conferencing per lavorare in modo più efficiente.
I dipendenti coinvolti nella ricerca hanno indicato una serie di
limitazioni all'utilizzo di strumenti e applicazioni collaborative sul lavoro.
Si va dalle restrizioni stabilite dai responsabili IT relative ai tipi di tecnologie di collaboration che possono essere usate in azienda, alla scarsa integrazione fra le diverse applicazioni, fino alla presenza di formati di informazioni (video, dati, voce) non compatibili ed alla presenza di un numero troppo limitato di tool a disposizione.
Ciò può essere messo in correlazione con il fatto che la metà dei decision maker IT coinvolti nella ricerca hanno dichiarato di avere attivato policy che proibiscono l'uso di applicazioni social media.
In alcuni casi, i lavoratori affrontano la questione in autonomia: circa la metà di essi ha ammesso di accedere ad applicazioni che sarebbero proibite una volta a settimana, ed oltre un quarto di essi ha detto di essere intervenuto sulla configurazione dei propri device per avervi comunque accesso, allo scopo di poter fare il proprio lavoro".
Lo studio ha messo in evidenza i vantaggi che gli utenti traggono da una maggiore collaborazione; ha però anche identificato la necessità , in alcune realtà , di
modificare i processi e la cultura aziendale per dare maggiore efficacia alle modalità di lavoro collaborative.
Davanti alla richiesta di indicare i benefici della collaboration, il 45% degli utenti finali ha parlato di
maggiore produttività ed efficienza, il 40% ha evidenziato che essa
aiuta a risolvere i problemi legati al lavoro ed il 31% ha notato che essa
accelera i processi decisionali.
Le tre qualità più desiderate per strumenti e applicazioni di collaboration sono: la
semplicità d'uso (58%), la
possibilità di comunicare ovunque ed in qualunque momento (45%) e la
disponibilità di numerose caratteristiche e funzionalità (37%).
Gli utenti finali delle tecnologie di collaboration sentono che alcuni elementi della cultura aziendale possono ostacolare la loro capacità di usufruire al meglio di questi tool: il 46% ritiene che comunque tutte le decisioni siano prese dai vertici organizzativi, il 39% dichiara che i colleghi non sono disponibili a condividere informazioni, anche quando questo non va a vantaggio della loro funzione aziendale.
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