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Web 2.0, la nuova arena politica

In Italia sono sempre di più i politici che interagiscono con gli elettori attraverso siti web, social network e blog. Ma cosa succede quando la politica sposa il Web 2.0?

Autore: Irene Canziani

Pubblicato il: 03/04/2010

Il web 2.0 sta cambiando radicalmente le abitudini dei cittadini di tutto il mondo. Ma esso offre anche nuove sfide e nuove possibilità  al mondo della politica.
In questo ambito, il web partecipativo assolve a due funzioni principali. Da una parte c'è quella che, in termini spicci, può essere definita "promozione del marchio": qualsiasi politico ha una propria immagine da far conoscere agli elettori, e internet può rappresentare una interessante vetrina per farsi vedere e accrescere la propria credibilità  presso un pubblico potenzialmente sconfinato. In questo contesto, la comunicazione politica ha molti punti di contatto con il marketing, con l'idea della pubblicizzazione di un prodotto.
Dall'altra parte, il web 2.0 può tramutarsi in una reale possibilità  di incontro tra i politici e i loro elettori, e promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini sulle questioni più svariate che interessano la nazione.
Si tratta forse del risvolto più "nobile" della vicenda. Se nei media tradizionali (televisione, radio) la comunicazione è prevalentemente a senso unico –semplificando molto la realtà  possiamo dire che il politico lancia un messaggio o una proposta, il cui unico feedback è rappresentato, a distanza di tempo, dal voto concreto dell'elettore nell'intimità  della cabina elettorale – grazie al web il rapporto tra la politica e i cittadini si fa molto più partecipativo e interattivo.
Gli elettori, infatti, hanno la possibilità  di far sentire la propria voce attraverso le piattaforme sociali, i blog, a volte addirittura le chat in diretta con i loro rappresentanti.
Questo discorso vale in particolare per i più giovani: i blog e social network in primis sono un modo di avvicinare i ragazzi alla politica usando il loro stesso linguaggio. Attualmente sentiamo spesso parlare di giovani svogliati e distanti dalla partecipazione attiva alle questioni fondamentali: ma forse proprio il connubio tra politica e web sta cominciando a riavvicinare i ragazzi a questa sfera. In tutte le declinazioni del web 2.0, la partecipazione giovanile è un dato costante: interagire sui social network è, per i ragazzi, molto più naturale che leggere un giornale, guardare un programma di approfondimento alla Tv o ascoltare un notiziario radiofonico.

[tit: L'arena politica italiana si trasferisce online]

Gli esempi dell'avvicinamento della politica al web 2.0 sono innumerevoli negli ultimi tempi. Senza contare i casi stranieri, come la campagna elettorale su internet di Barack Obama o i profili aperti su Twitter da personaggi illustri come Angela Merkel e Gordon Brown, anche in casa nostra è possibile rintracciare una netta tendenza dei politici ad entrare nella piazza virtuale.
Impossibile non pensare, in primo luogo, ai due avvenimenti più recenti e più significativi: da una parte il messaggio di ringraziamento agli elettori che Silvio Berlusconi ha pubblicato su Facebook, dall'altra la diffusione via web di "Raiperunanotte", la manifestazione organizzata da Michele Santoro per protestare contro la decisione della Rai di sospendere i talk show politici in periodo elettorale.
Due eventi di segno politico completamente opposto, ma che testimoniano un comune intento: quello di far sentire la propria voce attraverso canali meno istituzionali.
Nell'arena politica nostrana, sono molti i personaggi di spicco che si affidano sempre più alle nuove tecnologie.
Per rimanere in tema delle elezioni regionali appena concluse, i governatori più vicini alla piazza virtuale sono Nichi Vendola, Roberto Formigoni ed Enrico Rossi.
Il governatore della Puglia è quello che possiede più fan su Facebook (al momento sono circa 84 mila), più follower su Twitter (quasi 11 mila) e più attivo su YouTube (i suoi video sulla piattaforma hanno superato le 400 visualizzazioni).
Il governatore lombardo, confermato per il quarto mandato, si è distinto invece per la quantità  di materiale multimediale (testi, video, audio e foto) pubblicato online a supporto della propria campagna. Sul suo sito ufficiale, inoltre, spicca la sezione "Parla con me", che permette ai cittadini di interagire direttamente inviando messaggi e-mail e partecipando a sondaggi, e "Costruiamo il programma", che permette di inviare proposte per il futuro della Regione attuando la cosiddetta "politica dal basso".
Enrico Rossi, governatore toscano, ha effettuato un'operazione simile nel portale "La Toscana che voglio", dove i cittadini hanno potuto inviare le loro idee per arricchire l'agenda del candidato con le necessità  realmente percepite dalla gente.
Per fare un altro esempio italiano, si può citare la recente nascita di "Generazione Italia", un sito lanciato dall'Onorevole Gianfranco Fini e dedicato ai giovani che intende promuovere la riflessione , lo scambio di idee e l'impegno attivo su tutto il territorio nazionale.
Ma per quanto riguarda il web, esserci non basta. La comunicazione con gli elettori deve essere frutto di un'attenzione continua e di una costante attività  di aggiornamento dei contenuti. Una tirata d'orecchi, in questo senso, va data alla neo-governatrice del Lazio, Renata Polverini, che pur avendo aperto un profilo personale su Twitter non ha più provveduto ad aggiornarlo dal 2 marzo. A sua discolpa, la Polverini ha citato i 30 mila chilometri effettuati per raggiungere tutte le piazze della Regione, che poco tempo hanno lasciato alla navigazione in internet.
Accantonando i casi particolari, è evidente come la nuova piazza mediatica imponga un impegno aggiuntivo ai politici e ai loro collaboratori. Uno sforzo di presenza, disponibilità  e trasparenza che però porta come risultato una maggiore vicinanza degli elettori.
Internet può rappresentare sicuramente uno spazio di democrazia e di maggiore partecipazione, in molti casi anche "in tempo reale", modificando radicalmente la costruzione del consenso intorno ai valori e ai singoli personaggi.

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