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Google I/O, tutte le novità  targate BigG

Al Google I/O 2010, il gigante di Mountain View ha presentato le sue prossime novità : il Google App Engine per il mondo business, il nuovo formato multimediale WebM e l'attesa versione 2.2. di Android, nome in codice Froyo.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 21/05/2010

Al Google I/O 2010, consueto evento in cui il colosso di internet mostra le sue prossime novità , gli annunci sono stati molteplici.
google-io-tutte-le-novita-targate-bigg-1.jpgDa sottolineare il prossimo avvento del Google App Engine: si tratta la versione business dell'ambiente di sviluppo già  disponibile per il mondo consumer. Questa versione consentirà  alle aziende di creare proprie applicazioni cloud personalizzate mediante un ambiente di sviluppo coperto da SLA (service level agreement) a garanzia del livello di servizio e con altre caratteristiche che lo rendono idoneo alle imprese. Google App Engine offre amministrazione centralizzata, supporto allo sviluppo, un semplice sistema di costi – ogni applicazione costerà  8 dollari per user, fino a un massimo di 1000 - mensile e accesso ai servizi cloud con crittografia SSL e database SQL. Google punta sulla semplicità  e sulla scalabilità : App Engine, infatti, permette di programmare con i linguaggi già  noti, Java e Phyton, senza preoccuparsi di hardware, backup o patch. L'ambiente è in fase di preview per un numero limitato di aziende, per partecipare al test visitate questo link.
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[tit:Il nuovo formato WebM, video sul web per tutti]Altra grande novità , questa per tutti i cybernauti, è stata il varo del nuovo formato multimediale WebM, destinato a rivoluzionare la fruizione di filmati via web. Il nuovo progetto di BigG si basa sul codec video VP8 – messo a punto da On2 Technologies, prontamente acquisita da Google – e su quello audio Ogg. Il tutto rilasciato con licenza open source, per contrastare tutti quei formati proprietari che la fanno da padrone sul web, come Flash, ma non apportano significativi miglioramenti per gli utenti.
La peculiarità  della novità  di Google sta nel fatto che il codec si adatta alle variazioni di larghezza di banda: grazie a questa caratteristica, il formato può far risparmiare tutti i player della rete che producono e pubblicano contenuti.
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Per dirla tutta WebM non è il solo formato aperto sulla rete: c'è l'HTML5 tanto amato da Steve Jobs e Ogg Theora supportato da Firefox di Mozilla. Sostanzialmente Google sta dando agli sviluppatori un'altra opzione, opzione che deve prima essere supportata dai browser.
Questo non sembra essere un problema, visto che Mozilla e Opera hanno già  aderito al progetto. Lo stesso si può dire di Internet Explorer 9 e, ovviamente, di Google Chrome, ma non è tutto: altri nomi che anno aderito al "consorzio" pro-WebM sono AMD ATI, nVidia, ARM, Qualcomm e altri. Insomma, anche tutti i costruttori di hardware si sono impegnati.
Ma nascono alcune domande: come reagirà  Google quando alcune porzioni di codice di WebM verranno utilizzate per altri prodotti? BigG non ha reso noto niente, da questo punto di vista.
Inoltre sono già  arrivate le prime critiche. Il primo a scagliarsi contro WebM è stato Jason Garrett-Glaser, sviluppatore del codec open source x264 compatibile col formato H-264: secondo il programmatore, VP8 non apporta miglioramenti rispetto al software già  in uso, dal punto di vista della qualità , della velocità  di decodifica e del codice stesso, troppo simile a quello dell'H.264. Altro che originale, ci sarebbero forse gli estremi per una violazione di brevetto secondo Garrett-Glaser.
Altra, classica, voce fuori dal coro è quella di Steve Jobs. E non poteva essere altrimenti vista la sempre più accesa rivalità  con Google: anche secondo il CEO di Apple il codec VP8 è qualitativamente inferiore all'H.264.
Insomma, luci e ombre sul formato WebM. Viene da pensare che, se dietro non ci fosse il brand Google, la novità  sarebbe stata accolta con meno calore. Forse con qualche sbadiglio.

[tit:Android 2.2 debutta]Il secondo giorno dell'evento è stato un "Android Day" a tutti gli effetti, con la presentazione di Android 2.2 Froyo. L'update rafforza di molto la posizione di BigG nei confronti di Apple, introducendo nuove feature e migliorando la performance dell'Os anche con i plugin più problematici – Flash Player 10.1 per dirne uno, ora supportato pienamente.
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Dalla versione precedente, dicevamo, Android ne ha guadagnato in performance: ora è ben 5 volte più veloce nella navigazione internet lato software. I dispositivi con Froyo, inoltre, potranno effettuare lo streaming di brani musicali DRM-free via wireless, direttamente dalla libreria di iTunes o da altre raccolte audio.
Sul lato aziendale l'Os può dare fastidio anche ai Blackberry, supportando Microsoft Exchange e altre applicazioni di uso comune in ambito business.
Google ha introdotto anche l'apprezzatissima funzionalità  di "tethering" in Froyo: ora gli utenti potranno connettersi al web da dispositivi multipli, utilizzando il singolo accesso a internet dello smartphone. "Il vostro dispositivo ora diventa un hotspot portatile, utile anche per altri dispositivi...potrete navigare su un altro apparecchio che non ha connettività , diciamo l'iPad, e avere un'unica bolletta", ha dichiarato Vic Gundotra, VP of engineering di Google.

Ma la vera chicca di Android 2.2 è la compatibilità  sia con il formato HTML5, sia con Flash, nativamente e con le web apps. Questa scelta, obbiettivamente, fa sembrare iPhone OS un sistema piuttosto chiuso, visto che supporta solo l'HTML5 per le ragioni di cui tutti siamo al corrente.
Apple ha elettrizzato la comunità  di iPhone users con l'introduzione della funzionalità  multi-tasking, funzione che, però, è attiva solo sugli ultimi modelli del melafonino.
Anche l'Android Marketplace sarà  rinnovato per l'occasione e comincerà  ad offrire brani musicali, non solo applicazioni. Google sta anche lavorando per introdurre in Android la capacità  di "prevedere" le necessità  dell'utente: i dispositivi sapranno quando l'utilizzatore vorrà  effettuare delle chiamate vocali o quando avrà  bisogno il navigatore satellitare per raggiungere una destinazione. "Abbiamo grandi aspettative per Android", ha aggiunto Gundotra. E noi gli crediamo.


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