Uno dei termini maggiormente utilizzato nelle analisi sull'avvento dell'
iPad di
Apple è "
rivoluzione". Una parola che racchiude in sà© tutta la forza del mutamento e fa allusione ad un cambiamento netto, che influenza non solo il futuro, ma anche il passato, anche soltanto per il termine di paragone con una situazione nuova.
Quindi, ci siamo: il
tablet della Società di Cupertino sta per entrare dalla porta principale sul suolo italiano e, com'era facile ipotizzare, sono iniziate le riflessioni sull'impatto che il nuovo dispositivo avrà sul
mercato.
Se lo sta chiedendo anche il
mondo dell'editoria, da tempo preoccupato per il
calo delle vendite dei giornali, ed ora interessato a scoprire come e se le funzioni del tablet risolleveranno le finanze e riusciranno a fidelizzare i lettori.
La possibilità di leggere ovunque e con comodità il quotidiano sull'iPad potrebbe incuriosire e attirare l'attenzione delle persone, convincendoli magari anche a voler
pagare per poter accedere alla lettura degli articoli. Per questa ragione, i
gruppi editoriali non intendono lasciarsi sfuggire la possibilità di "accalappiarsi" i futuri possessori del tablet.
Gruppi come
L'Espresso e
Rcs hanno già preparato le loro
applicazioni per il nuovo dispositivo: secondo quanto trapelato, verranno proposte, oltre ai contenuti delle
versioni cartacee di giornali come Repubblica, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, anche diversi
contenuti aggiuntivi, ad esempio gli articoli delle
redazioni online.
Secondo quanto riportato dal
Corriere della Sera, l'applicazione che permetterà la consultazione del quotidiano risulta tra le più scaricate.
La testata ha deciso di consentire agli utenti di leggere gratuitamente il giornale per le prime settimane: "L'applicazione di via Solferino, contraddistinta dalla «C» di Corriere su sfondo nero, potrà essere aggiunta al
menù del proprio tablet gratuitamente e permetterà per le prime settimane di sfogliare il quotidiano ogni giorno sempre in modo gratuito".
Sembra proprio che la battaglia per conquistare coloro che costituiranno il "
popolo dell'iPad" sia cominciata e i giornali italiani non vogliono farsi trovare impreparati a quella che potrebbe essere davvero una "rivoluzione".
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