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Facebook e internet piangono Sarah Scazzi

La notizia del ritrovamento di Sarah Scazzi ha colpito tutta l'opinione pubblica. Anche il web e il popolo di Facebook sono uniti nel ricordo della giovane di Avetrana, barbaramente uccisa dallo zio. Il lato umano di internet esce allo scoperto.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 09/10/2010

La notizia del ritorvamento della povera salma di Sarah Scazzi ha sconvolto tutta l'opinione pubblica, colpendo in profondità  le famiglie dell'Italia intera. Sì, perchà©  la ragazza scomparsa era una figlia, un'amica e una persona come molte che conosciamo. Ed è per questo che il cordoglio più intenso arriva dalla rete, vero specchio dei sentimenti delle persone comuni.
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Dalla notizia della morte di Sarah Scazzi, ad esempio, Facebook è stato letteralmente preso d'assalto: sono stati moltissimi gli internauti che hanno espresso dolore, rabbia e disperazione per una giovane vita spezzata in modo così crudele. Una specie di estremo saluto rivolto dal web a una ragazza come tante.
Sul social network sono stati creati diversi gruppi per ricordare la ragazza e per condannare Michele Misseri, lo zio omicida, definito dai più "il mostro di Avetrana".
Migliaia i messaggi lasciati su questi gruppi: la maggior parte di essi è per Sarah, "il piccolo angelo", affinchà© possa trovare pace, ma ve ne sono anche molti di accanimento verso lo zio per il quale si invoca "una morte più atroce di quella della nipote".
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A suscitare l´indignazione della rete è stato anche l´annuncio in diretta Tv della tragica morte di Sarah avvenuto nel programma "Chi l'ha visto?": in molti hanno chiesto le dimissioni della conduttrice Federica Sciarelli, rea di aver sfruttato troppo lo scoop della brutta notizia.
Non sono mancati, purtroppo, anche gruppi a favore di Misseri, fortunatamente rimossi qualche ora dopo la loro comparsa su intervento della Polizia Postale: le pagine "Michele Misseri Eroe Italiano" e "Michele Misseri Fans" riportavano la firma "Satana" e chiedevano "giustizia per questo povero uomo". 
La rete, quindi, ha mostrato anche la sua crudeltà  estrema, o la sua ignoranza, con frasi irripetibili contro la povera ragazza e il suo tragico destino. Due facce della stessa medaglia.
Sì perchà© la brutta faccenda è profondamente legata al web: gli inquirenti hanno a lungo indagato sull'attività  di Sarah su Facebook, mettendo sotto torchio un amico virtuale della ragazza che con lei aveva chattato online. E tutta l'opinione pubblica non aveva esitato un secondo a mettere all'indice la rete, luogo di personaggi deviati e pericolosi.
E invece si è scoperto che il mostro non aveva niente di virtuale. Così come i suoi terribili atti di violenza che con la rete non avevano nulla a che fare.
Nel cordoglio, resta un piccolo sollievo: internet non è un luogo poi così malvagio.

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