Alcuni giorni fa, i politici
Linda Lanzillotta (
Alleanza Per l'Italia),
Paolo Gentiloni (
Partito Democratico) e
Luca Barbareschi (
Futuro e Libertà per l'Italia) hanno presentato al
Governo la proposta di "abrogazione delle norme recanti limitazioni dell'accesso a Internet".
Cinque anni fa la paura di attacchi terroristici portò all'approvazione del
Decreto Pisanu, una legge nata come transitoria che apportava forti restrizioni nell'utilizzo delle connessioni
Wi-Fi pubbliche.
L'articolo 7 di tale decreto impone, ai servizi pubblici che vogliono offrire connessione senza fili ai propri clienti, l'
identificazione tramite documento di tutti coloro che usufruiscono di questo servizio. Ma si sa che in Italia quello che ha carattere transitorio può benissimo diventare definitivo. E il Decreto Pisanu è tuttora valido.
Il dibattito politico sembra però schierarsi compatto, almeno su questo punto, in favore dell'abrogazione dello stesso decreto, ritenuto un limite alla crescita dell'Italia. Lo stesso
Giuseppe Pisanu, Ministro dell'Interno ai tempi della legge, ritiene che il decreto sia in tutto e per tutto superato.
A causa di questa legge l'Italia si trova disallineata rispetto agli altri paesi dell'
Unione Europea, con circa il
70% di hotspot Wi-Fi in meno: di conseguenza, navigare in internet tramite wireless pubblico nel nostro Paese risulta assai difficile.
Infatti le lungaggini burocratiche e la quantità enorme di incartamenti che si devono sbrigare per aprire uno spot Wi-Fi pubblico portano ad una totale disincentivazione di questo tipo di servizio.
A questo punto la speranza è che i politici facciano veramente qualcosa in questo senso, abrogando un decreto che non ha ragione di esistere e che
veramente rappresenta un limite allo sviluppo economico.
Il wireless gratuito permetterebbe di valorizzare spazi pubblici, come musei, biblioteche e parchi, permettendo l'accesso ad internet anche a coloro che non possono pagarsi un abbonamento, oltre che assicurare magari anche introiti maggiori ai gestori di servizi come negozianti, ristoratori e gestori di bar.
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