Paul Allen ritorna all'attacco. Il co-fondatore di
Microsoft già
nell'agosto di quest'anno avanzò un'azione legale contro alcune delle maggiori aziende statunitensi del settore tecnologico, tra cui
Apple,
Google,
Facebook,
AOL,
NetFlix e
YouTube.
In quell'occasione il giudice decretò la documentazione presentata da Allen non soddisfacente, invitandolo a ripresentare nuove prove entro il 28 dicembre.
Primo oggetto del contendere riguarda la generazione di dati relativi alle informazioni che vengono visualizzate nelle pagine web. Secondo quanto sostiene Allen, Google avrebbe utilizzato indebitamente questa tecnologia
nella visualizzazione della pubblicità di terze parti, mentre AOL la avrebbe sfruttata per suggerire elementi correlati alle notizie.
Allen ha accusato anche
iTunes di Apple: avrebbe utilizzato la medesima tecnologia per suggerire musica basata sulle ricerche di un utente. Anche
eBay, Facebook,
Netflix,
Yahoo e
Office Depot sono finiti nel mirino: tutti avrebbero violato i suoi brevetti nell'indirizzare gli utenti a contenuti correlati.
Ma i brevetti violati non finirebbero qui. Secondo Allen ci sarebbe violazione anche nella tecnologia usata per la trasmissione di informazioni dallo schermo di un computer verso una periferica, ad esempio nel caso di instant messaging.
Allen sostiene che i suoi brevetti sono stati violati da
Instant Messenger di AOL, dalla
Dashboard di Apple, da
Google Talk e
Gmail Notifier, dagli smartphone
Android e dal sistema di
Widgets di Yahoo.
Il quarto brevetto violato sarebbe relativo alla segnalazione di nuovi elementi di interesse sulla base dell'attività di altri utenti. Allen accusa di aver utilizzato questa tecnologia indebitamente sia AOL, nei propri siti di shopping, sia Apple nei consigli musicali all'interno di iTunes.
Allen ha avanzato al tribunale richiesta di risarcimento danni e il divieto di utilizzo dei suddetti prodotti che sfrutterebbero indebitamente le sue tecnologie.
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