Il suo nome è
Uber ed è una
startup di San Franciasco costituita da
un vero e proprio servizio di autonoleggio che si può ordinare
attraverso un’app per smartphone (
Android e
iOS).
Uber, in questi giorni, approda anche in Italia, a Milano, con il claim “il conducente personale per tutti”.
Ma come funziona, nello specifico? Semplicemente
si apre l’app,
si sceglie l’auto più vicina alla propria posizione e appare il volto di un autista per poterlo chiamare o per inviargli un sms.
Il
pagamento avviene ovviamente
online attraverso carta di credito e l’autista può essere votato in base al servizio fornito.
Sembra che
i prezzi siano più alti di quelli dei taxi ordinari e di radiotaxi, ma più bassi di quelli di altri servizi di autonoleggio.
Una
chiamata costa 5 Euro e a questi vanno aggiunti
1,70 Euro per Km se si viaggia a una velocità inferiore ai 18 Km/h. Qualora si dovesse superare tale limite,
il costo sale a 0,75 centesimi ogni Km.
Per fare un esempio pratico, la tratta Navigli-Stazione Centrale costa 30 Euro, mentre per andare dal Duomo a San Siro ne servono circa 40.
Danilo Passigato, 56 anni, tra i primi selezionati per guidare con Uber, ha così dichiarato: “Per ora i miei passeggeri mi hanno sempre dato cinque stelle su cinque. È da un mese che la nostra società di noleggio ha messo a disposizione due auto e, in questo momento di crisi, nuove collaborazioni fanno bene”.
Vi è però anche chi non è molto contento del nuovo servizio.
Nero Villa, segretario del sindacato
SA.Ta.M, ha infatti così affermato: “Noi non siamo contro i miglioramenti tecnologici, come il radiotaxi, ma c’è il rischio che gli autisti che lavorano per Uber diventino dei para-taxisti. Le tariffe sono più alte rispetto alle nostre ma il loro è un servizio privato che fa concorrenza alle società di noleggio. Queste hanno regole diverse, vedremo se Uber le rispetterà”.
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