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Google, possibile accordo con l'antitrust UE

Joaquin Almunia ha dichiarato che entro la primavera prossima potrebbe concludersi l’indagine antitrust condotta dalla Commissione Europea in merito al comportamento di Google.

Autore: redazione social media

Pubblicato il: 01/10/2013

Entro la primavera prossima potrebbe concludersi l’indagine antitrust condotta dalla Commissione Europea in merito al comportamento di Google.
A dichiararlo è stato niente meno che Joaquin Almunia, in occasione di un intervento di fronte ai membri del Parlamento Europeo: “Siamo arrivati ad un punto chiave della vicenda. Ora, con significativi miglioramenti sul tavolo della discussione, penso ci sia la possibilità concreta di rimettersi al lavoro. Se le nostre indagini su questa proposta migliorata porteranno ad un esito soddisfacente, proseguiremo il nostro impegno per giungere ad una decisione formale la prossima primavera. Penso che la possibilità di un accordo rimanga la scelta migliore”.
Ecco i termini contenuti nella proposta inviata da Google all’antitrust europeo nel mese di febbraio:
Più elementi per distinguere i link che promuovono i servizi di gestiti da Google (ad esempio Shopping), così da mettere in evidenza che si tratta di inserzioni a pagamento, rendendole differenti rispetto ai naturali risultati delle ricerche;
maggiore separazione grafica per questi stessi elementi (tramite accorgimenti come l’utilizzo di frame);
link verso tre servizi di ricerca specializzati e concorrenti mostrati vicino ai propri, in una posizione facilmente visibile agli utenti;
un modo più semplice offerto a chi gestisce i siti per non comparire nelle ricerche specializzate di Google, senza penalizzare il loro posizionamento nelle SERP generali;
un modo offerto ai servizi di ricerca specializzati (ad esempio di viaggi, mappe o ristoranti) per non essere indicizzati su Google e, di conseguenza, migliorare i risultati sulla propria piattaforma; nessun obbligo per gli editori, scritto o meno, di utilizzare le inserzioni pubblicitarie online di Google;
nessun impedimento per gli inserzionisti di gestire campagne pubblicitarie su piattaforme concorrenti.
Al fine di valutare tale proposta saranno chiamati in causa anche i membri di FairSearch, realtà composta da Microsoft, Expedia, Foundem, Twenga e altre realtà dichiaratesi danneggiate dai comportamenti anticoncorrenziali di Big G. 
Dal canto suo, il consigliere generale del colosso di Mountain View, Kent Walker, ha così affermato: “Nonostante una competizione online in continua crescita, abbiamo preso la difficile decisione di adattarci alle richieste, con l’obiettivo di raggiungere un accordo”.

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