Samsung ha dovuto arrendersi: "Spegnete il Note 7 e non usatelo più".
Con questa lapidaria frase, il colosso coreano alza bandiera bianca e annuncia lo
stop alle vendite del Galaxy Note 7.
A nulla è servito il ritiro dal mercato – datato 2 settembre - di 2,5 milioni di esemplari e loro sostituzione.
Anche i modelli di ultima generazione, infatti, hanno mostrato lo stesso grave problema di esplosioni o incendio del dispositivo dovuta a difetti della batteria.
Samsung tenta quindi di superare l’ormai enorme danno di immagine nella maniera più drastica ma forse più efficace possibile.
La perdita economica derivante sarà però imponente (si stimano circa 10 miliardi di dollari), considerando anche il fatto che Samsung rimborserà e indennizzerà tramite un bonus aggiuntivo tutti coloro che avevano acquistato il device.
L’aspetto più rilevante – e immediato – riguarda tuttavia la perdita dei titoli quotati in borsa: immediato il crollo delle azioni di
Samsung Electronics, che hanno chiuso in calo dell’8% alla
Borsa di Seul.
Proseguono in ogni caso le indagini sui casi in cui lo smartphone ha preso fuoco: “Restiamo impegnati a a lavorare diligentemente con le autorità per assumere le misure necessarie per risolvere la situazione", afferma Samsung in una nota.
La decisione arriva quasi in concomitanza con lo sbarco alla Corte suprema americana della “guerra degli smartphone” con Apple. Il prossimo futuro in casa Samsung non è di certo dei migliori.
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