Smau, nell'ambito della sua 46ma edizione, ha deciso di riservare alla
Fatturazione Elettronica un'area ad hoc, che possa favorire l'incontro tra i principali player operanti nell'ambito della
dematerializzazione dei documenti e i decisori aziendali , attraverso uno spazio espositivo distinto ed una serie di convegni e workshop, che andranno ad approfondire tutte le principali tematiche legate a questo tipo di tecnologie.
La dematerializzazione dei documenti rappresenta infatti un
risparmio che va da circa 2 a 80 euro per ogni singola fattura, passando dai 23 euro per il settore farmaceutico fino ai 73 Euro degli elettrodomestici. E se tutte le imprese italiane adottassero nel loro ciclo produttivo la cosiddetta "dematerializzazione" i benefici complessivi potrebbero arrivare a 60 miliardi di euro l'anno, valore pari al 4% del Pil nazionale. Solo nella
Pubblica amministrazione si risparmierebbero circa 2 miliardi di euro.
La fatturazione elettronica in Italia sta facendo sicuramente grandi passi in avanti, ma al momento
resistenze culturali, scarsa propensione all'
investimento e a volte
lentezza normativa ad adeguarsi agli standard internazionali ne frenano ancora l'applicazione.
Secondo quanto emerge dall'
Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del
Politecnico di Milano ogni anno in Italia sono scambiate 1,3 miliardi di fatture in ambito business, ma quelle elettroniche non superano più del 5-6%. Anche le
Pmi, molto più lente nell'investire in innovazione tecnologica rispetto alle grandi imprese, avrebbero ritorni in tempi brevi: tra uno e due anni. Nonostante il margine di miglioramento sia ancora molto ampio, sono già presenti tra le aziende italiane alcune realtà che hanno investito in tecnologie per la dematerializzazione del ciclo commerciale, raccogliendone i benefici.
La
School of Management prevede una forte espansione della fatturazione elettronica in due diverse tipologie di imprese: da una parte circa 7.000 fanno parte di filiere che impiegano
formati elettronici strutturati standard (
Edi), 35.000 utilizzano
formati Edi non standard e circa 15.000 appartengono a numerosi sottosistemi nati intorno ai
portali web dei principali leader di filiera. Di queste aziende un 30% scambia le fatture con i propri partner commerciali in formato elettronico strutturato (cioè vicino allo standard di legge con valore sostitutivo). Dall'altra circa 2.000 aziende, di cui circa il 65% sono Pmi, effettuano la
conservazione sostitutiva delle fatture.
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