Le stime sull'
eCommerce in
Italia, relative al
2009, inducono alcune riflessioni sulle scelte degli utenti e sul giro di affari della rete. Rispetto agli anni precedenti, infatti, cambiano alcune tendenze, ne emergono delle altre e le società che vendono
online devono fronteggiare la lenta ripresa dopo gli effetti della
crisi economica.
Sul
web-commerce è stata indetta una conferenza, presso il
Politecnico di Milano, dal titolo "
eCommerce 2009: segnali positivi, nonostante la crisi" organizzato dall'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - School of Management del Politecnico di Milano.
Il primo dato emerso è il
rallentamento nello sviluppo del commercio online. Rispetto al 2008, infatti, la
percentuale di
acquisti su internet è sostanzialmente invariata: si registra un aumento dell'
1%, con un valore di 5,8 miliardi di Euro. Il dato, che denota una situazione
stabile rispetto all'anno precedente, è però dissonante rispetto ai continui aumenti registrati negli ultimi anni, quando, di anno in anno, il web commerce registrava una percentuale di incremento a due cifre.Il dato sul fatturato è il risultato di due fenomeni di vendita opposti: la crescita nel
numero di ordini, aumentata del 13% e la contestuale riduzione del
valore medio dello scontrino, ridotto del 10%, da 240 a 215 Euro nel 2009: più acquisti, quindi, ma di minor entità .
Analizzare nello specifico quali
settori di mercato sono scelti dagli acquirenti della rete, significa incontrare una delle distinzioni maggiori fra il
web-commerce italiano e quello
straniero: in Italia si sceglie di acquistare online prevalentemente servizi, e non prodotti, come invece avviene all'estero: i servizi rappresentano circa il 66% degli acquisti sul web.Il settore prediletto è stato quello dell'
abbigliamento, con un tasso di crescita del 42% rispetto all'anno precedente. A seguire
musica,
audiovisivi ed
editoria che sono cresciuti del 17%, il
gricery con un aumento del 9% e l'
informatica e l'
elettronica di consumo con un incremento del 7%.
Se le
Assicurazioni dimostrano di essere sostanzialmente stabili rispetto al 2008,
Turismo e l'aggregato di
micro comparti e
c2c calano rispettivamente del 3% e del 4%.Maggiore attenzione agli acquisti di capi di vestiario sul web: un risultato che potrebbe essere determinato da diversi fattori, come una maggiore presenza sul web delle società e investimenti più cospicui nella pubblicità sul web.Il turismo, che rappresenta il 50% del mercato online, al contrario, perde qualche punto, con una diminuzione degli introiti e uno scontrino medio che passa dai 300 a 250 Euro circa.
Per quel che concerne i sistemi di pagamento, nel 2009 oltre l'80% dei pagamenti avviene contestualmente all'acquisto online, utilizzando
carte di credito, tradizionali o prepagate, o con
Paypal, che resta il più diffuso tra i diversi
wallet elettronici. Il
bonifico bancario ha incrementato il suo peso percentuale passando dal 8% al 9%, grazie anche alla diffusione sempre maggiore dell'
home banking tra i consumatori italiani. Stazionario il contrassegno con una quota del 5% circa.
Una realtà variopinta, quindi, in cui si delinea una sempre maggiore consapevolezza dell'utente italiano sui servizi di acquisto sul web, nonostante le differenze con gli altri Paesi siano rilevanti: i
Web shopper in Italia sono
8 milioni circa, che corrisponde al
19% degli internauti. Questo valore è ancora molto contenuto se paragonato alla Francia (19 milioni pari al 54% degli Internet User), UK (28 milioni pari a oltre il 70% di Internet user) e Germania (33 milioni pari a poco più del 60% degli Internet user).