Tecnologie di simulazione, lo strumento del futuro contro le crisi finanziarie
L'Unione Europea ha presentato un nuovo software di simulazione economica che potrà essere utile nella previsione delle interazioni tra diversi operatori, costituendo un utile banco di prova per le nuove politiche dei governi.
Autore: Redazione D. Life
In che modo dovremo adattare le politiche economiche nel 2020, quando 1/4 della popolazione dell'UE avrà superato i 65 anni? L'economia saprà predire meglio in futuro la reazione delle banche di fronte alla stretta creditizia e le ripercussioni sull'economia in generale? La Commissione europea ha presentato oggi un lavoro di ricerca di punta che potrebbe aiutare gli economisti a dare risposte a domande come queste facendo uso di un software di simulazione economica. Frutto di un progetto di ricerca che, sostenuto dall'Unione Europea e finanziato con 2,5 milioni di Euro, si è concluso con successo oggi, il software usa la stessa tecnologia di simulazione impiegata nel cinema per creare immagini di sintesi al computer. Questo strumento è capace di predire le interazioni tra larghe fasce di popolazione di diversi operatori economici, quali le famiglie e le imprese, le banche e i mutuatari, o ancora i datori di lavoro e chi cerca un'occupazione, che effettuano operazioni commerciali e si fanno concorrenza come fossero persone reali. Attribuendo a ciascun operatore simulato un comportamento individuale e realistico e presentando interazioni che mostrano il modo in cui si evolveranno i mercati, queste simulazioni su larga scala costituiscono un banco di prova migliore per le nuove politiche destinate ad affrontare le future sfide della nostra società . Secondo Viviane Reding, commissario europeo per la società dell'informazione e i media, "consentendo di testare l'impatto di una politica sulle persone mentre è ancora in fase di elaborazione, i risultati di questo progetto di ricerca integreranno le tradizionali statistiche e ipotesi economiche in merito al comportamento degli attori economici. Mi auguro che i ricercatori del settore pubblico e gli istituti nazionali di ricerca si diano presto da fare per mettere il prima possibile tale strumento a disposizione dei responsabili politici".
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