Maroni, autoregolamentazione al posto di repressione

Dopo l'incontro tenutosi al Viminale tra Governo, autorità  e aziende del mondo internet, il Ministro Maroni accantona l'ipotesi di una legge anti-violenza per il web. E si affida a un codice di autoregolamentazione condiviso.

Autore: Andrea Sala

Il Ministro Maroni cambia idea: niente legge ad-hoc per internet e i suoi eccessi di libertà  che spesso sfociano in altrettanti eccessi di violenza verbale e non. Dopo le ben note polemiche, nate dopo l'aggressione al Presidente Berlusconi e riguardanti alcuni gruppi su Facebook, il Governo aveva preso in seria considerazione l'idea di una legge specifica per la rete. Legge che, tuonavano gli esponenti politici, avrebbe messo fine alle incitazioni alla violenza, tramite chiusure e oscuramenti dei siti web "complici" di tali pratiche. Dopo un primo decreto legge, Maroni era passato a un disegno di legge che avrebbe dovuto essere presentato in fretta al consiglio dei ministri.
Dopo il vertice di ieri, però, sembra che la decisione verrà  rivista ancora una volta. Al Viminale, infatti, si sono incontrate le maggiori autorità  e imprese interessate alla questione: il vice ministro allo sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani, il capo della polizia Antonio Manganelli, il consigliere ministeriale con delega alla sicurezza informatica Domenico Vulpiani, il capo della polizia postale Antonio Apruzzese, dei portavoce del ministero delle Politiche Giovanili, Confindustria, Assotelecomunicazioni, Associazione italiana internet provider, British Telecom, Fastweb, H3g, Vodafone, Wind, Telecom, Google e Microsoft. Ovviamente era presente anche Facebook, con il responsabile delle politiche europee Mr. Richard Allan.
Il risultato? Piuttosto che una legge repressiva si punterà  ad un codice di autoregolamentazione. Lo ha rivelato il Ministro Maroni stesso, uno dei più accesi sostenitori dell'intervento diretto delle autorità , che ha aggiunto "abbiamo affrontato il tema di come prevenire la commissione di gravi reati su internet e di come rimuovere i contenuti. La strada da seguire è cercare un accordo tra tutti definendo un codice di autoregolamentazione, evitando interventi di autorità  ma ottenendo ugualmente il risultato". L'accordo, ha dichiarato Maroni, "dovrà  essere operativo il più presto possibile: dobbiamo trovare una soluzione in tempi rapidi per combattere la proliferazione di gruppi che su internet inneggiano all'omicidio al terrorismo e alla mafia". Per quanto riguarda le società  straniere, come Facebook, occorrerà  stilare degli "accordi iternazionali bilaterali".
Con tutta probabilità  Maroni ha compreso che il controllo di tutta la rete sarebbe un'impresa impossibile, a prescindere da quante risorse il Governo possa impiegare. Si spiega quindi la decisione del Ministro di demandare il controllo dei contenuti ai siti responsabili della loro pubblicazione. Così facendo, gli eventuali interventi potranno sicuramente essere più mirati e tempestivi, senza l'ingombrante presenza diretta del Legislatore. Prossima tappa l'incontro in programma per metà  gennaio, in cui verranno esaminate tutte le proposte degli intermediari della rete.

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