Una ricerca dell'Università di Rennes ha mostrato come, nonostante la legge Hadopi, gli utenti scarichino ugualmente materiale coperto da copyright dal web, utilizzando altri sistemi.
Autore: Santina Buscemi
Polemiche, colpi di scena, votazioni, intervento del Consiglio Costituzionale francese, decisione dell'Assemblea Nazionale a favore dei pirati del web, modifica del testo di legge, seconda votazione e infine la tanto agognata approvazione della legge Hadopi, fortemente voluta dal governo Sarkozy. Il contestato decreto, che dispone che i giudici possano decidere di sospendere la connessione a internet agli utenti più volte sorpresi a scaricare dal web materiale protetto da copyright e in seguito ammoniti, ha fatto discutere parecchio in Francia e non solo. Adesso, dopo mesi dall'approvazione della seconda versione della legge, sembra che l'Hadopi non sia riuscita a conseguire i risultati sperati, ossia la diminuzione del fenomeno della pirateria online. Uno studio ha infatti messo in evedenza come l'attività dei pirati del web starebbe addirittura crescendo. L'Hadopi, infatti, avrebbe incentivato gli utenti a scoprire nuovi escamotages per film o ascoltare musica illegalmente. Tre ricercatori dell'Università di Rennes hanno intervistato 2000 utenti, rappresentativi della popolazione bretone: il gruppo è stato diviso in tre categorie: i "pirati Hadopi", cioè chi utilizza i servizi di peer-to-peer puniti dalla legge; i "pirati non-Hadopi", cioè chi utilizza tecnologie non punite da Hadopi; e i "non pirati", chi non utilizza forme di download illegale. Da quanto emerso, sembra che con la promulgazione della legge Hadopi, le categorie si siano rimescolate e il numero complessivo dei pirati sia cresciuto del 3%. Solo il 15% dei "pirati Hadopi", infatti, avrebbe deciso di abbandonare il peer-to-peer. Al contrario, due utenti su tre avrebbero scelto altri metodi per lo streaming e il download diretto, ad esempio Megaupload, Rapidshare, Allostreaming. Da "pirati Hadopi" si sono trasformati in "pirati non-Hadopi", ossia in una categoria non perseguibile per legge, ma in grado di accedere comunque a film, musica e altri file protetti da copyright. I ricercatori hanno quindi evidenziato come i "pirati Hadopi" siano diminuiti del 15%, a fronte di un aumento del 27% dei "pirati non-Hadopi". Si tratta di uno studio preliminare, certo, ma evidenzia come una legge, seppur severa, non modifichi il panorama della pirateria online e non costituisca, verosimilmente, la risposta a questo problema.
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