Viacom contro
YouTube, si aggiunge un capitolo alla battaglia sui
video protetti da diritto d'autore. Viacom, infatti, ha recentemente presentato dei nuovi documenti che, secondo l'azienda, incriminerebbero YouTube senza possibilità di appello: tra le carte ci sarebbero delle
email che i fondatori di
YouTube si sarebbero scritti già nel 2005.
Nei messaggi che
Chad Hurley,
Steve Chen e
Jawed Karim si sono scambiati viene affrontato proprio il caricamento di video protetti da
copyright. Nel testo si legge: "Sarà dura difendere il fatto che non siamo responsabili per il materiale prodotto da copyright sul sito perchà© non ce lo abbiamo messo noi quando uno dei cofondatori sta rubando in modo evidente contenuti da altri siti e cercando di fare in modo che tutti lo vedano".
Secondo Viacom - gruppo che controlla, fra gli altri,
Mtv e
Comedy Central - le prove sono schiaccianti e a tal proposito ha diffuso un comunicato che recita: "YouTube è stato intenzionalmente costruito sulle violazioni (dei diritti d'autore) e ci sono infinite comunicazioni interne di YouTube che dimostrano che i fondatori di YouTube e i suoi dipendenti intendevano approfittare di quelle violazioni".
In pratica Viacom accusa YouTube e
Google di essere al corrente di violare il
copyright, ma di non fare nulla perchè da quegli stessi video il sito otteneva grandi volumi di traffico internet. Google, che dispone di una certa esperienza in campo legale sulla
violazione di copyright, ha ribattuto alle accuse con un
post sul blog di YouTube.
L'avvocato a capo del team che difende il sito di video,
Zahavah Levine, ha liquidato le accuse di Viacom come un'interpretazione errata di "poche righe da una manciata di email".
Ma Google non si è fermata qui ed è passata al
contrattacco accusando Viacom di una pratica piuttosto ipocrita, alla luce della accuse rivolte contro YouTube. Secondo BigG, infatti,
Viacom avrebbe caricato segretamente dei video a scopo promozionale, il tutto con un processo ben organizzato e premeditato: il gruppo media avrebbe pagato ben
18 diverse agenzie di marketing per effettuare l'upload.
Addirittura, il materiale video sarebbe anche stato artificialmente
abbassato di qualità per renderlo simile a filmati "rubati" o scaricati illegalmente. In alcuni casi sarebbero stati dei dipendenti Viacom a caricare i video, utilizzando computer di alcuni Internet Point per non essere rintracciati.
Da questa pratica Viacom avrebbe ottenuto talmente tanta
risonanza da richiedere poi la rimozione dei filmati che aveva caricato in precedenza, lasciando però i video messi su YouTube dagli utenti. La vicenda, insomma, sembra diventare ancor più intricata. Vedremo come - e se - i giudici decideranno di agire.
Il copyright per internet rimane, però, un argomento spinoso.