La biblioteca digitale di Google fa borbottare anche i fotografi

L'American Society of Media Photographers e altre associazioni che rappresentano visual artist negli Usa starebbero preparando una class action contro Google, per rivendicare i loro diritti sulle illustrazioni digitalizzate nel progetto della biblioteca digitale.

Autore: Santina Buscemi

Non c'è mai un attimo di calma ai piani alti di Mountain View, negli uffici dei responsabili del progetto della biblioteca digitale di Google: il travagliato percorso cui sta andando incontro la digitalizzazione delle opere letterarie si imbatte in un nuovo ostacolo.
Dopo editori ed autori di tutto il mondo, che hanno portato avanti proteste contro l'iniziativa di Google, adesso sono i fotografi e gli illustratori ad alzare la voce.
Secondo quanto scrive il New York Times, l'American Society of Media Photographers e altre associazioni che rappresentano visual artist sarebbero sul piede di guerra, intenzionati a preparare una class action contro Google: a loro avviso la digitalizzazione di milioni di libri rappresenterebbe una violazione su larga scala dei loro diritti.
La motivazione è così spiegata da Victor Perlman, general counsel della American Society of Media Photographers: "Chiediamo giustizia e un giusto compenso per i visual artist il cui lavoro appare nei 12 milioni di libri e di altre pubblicazioni che Google ha illegalmente scannerizzato finora".
Lo scorso novembre Google aveva presentato una seconda versione dell'accordo con autori ed editori per la digitalizzazione e la pubblicazione online delle opere letterarie, dopo le numerose critiche legate soprattutto al problema dei diritti d'autore e al monopolio del mercato.
Nonostante le modifiche apportate alla proposta, il progetto Google Books stenta a trovare completa approvazione: adesso sono scesi in campo altri protagonisti, intenzionati a reclamare i loro diritti.
Un libro è infatti scritto da un autore, edito da un editore, ma le illustrazioni appartengono a fotografici e visual artist, che, secondo quanto ha messo in risalto il quotidiano newyorkese, sembrano decisi a rivendicare i loro diritti.

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