IAB Seminar 2010, i social network in aiuto delleditoria online

Dalla passione degli italiani per le reti sociali nasce un'opportunità  strategica per l'evoluzione dell'editoria. In Italia 19,2 milioni di utenti sono iscritti ai social network. Il 92% degli utenti Internet dichiara di consultare siti di informazione e di leggere news almeno una volta alla settimana. Si afferma l'indisocialismo, fenomeno che genera nuove forme di socialità  dall'individualismo del terzo millennio.

Autore: Andrea Sala

Cresce il popolo italiano del web, nel mese di febbraio 22,9 milioni di persone hanno navigato in rete, con un incremento del 13% su base annua, e, di queste, oltre 19 milioni trascorrono in media più di 6 ore ogni mese sui social network.
Sono oltre 14 milioni gli utenti che consultano news online e il 92% degli internauti dichiara di farlo con regolarità  almeno 1 volta alla settimana.
E' quanto emerge dai lavori dello IAB Seminar 2010, dal titolo "Social Media e Editoria Online: relazione virtuosa o pericolosa?": la crescita inarrestabile delle reti sociali, l'evoluzione della fruizione dell'informazione, unite alla commercializzazione di nuovi dispositivi dalle potenzialità  rivoluzionare, stanno delineando uno scenario ricco di cambiamenti e opportunità  per gli editori nel mondo e in Italia.
Ad aprire i lavori di IAB Seminar 2010 è stata Layla Pavone, Presidente IAB Italia e Managing Director Isobar Communications, che delinea lo scenario di Internet e dei social network in Italia e il loro utilizzo strategico per il futuro del mondo dell'editoria.
Se da un lato il tempo medio speso per persona online sui social network è cresciuto nell'ultimo anno del 52%, sul fronte news cresce la rilevanza di Internet come fonte d'informazione. A gennaio 2010 la percentuale di italiani che si informa online è aumentata di circa il 25% rispetto all'anno precedente, con un tempo medio di permanenza sui siti di news di circa 45 minuti.
Al contempo, prende piede il fenomeno della progressiva contaminazione tra mezzi, tale per cui i social network stimolano sempre più l'interesse del pubblico verso altri media, attraverso il meccanismo del commento su Internet relativo ad eventi del mondo reale o, ad esempio, a trasmissioni e programmi tv.
Questi mutamenti in atto stanno avendo un sempre maggiore impatto sul business editoriale, che, secondo quanto è emerso dai lavori della giornata e dagli interventi dei relatori, dovrà  necessariamente prevedere modelli innovativi e dinamiche flessibili rispetto alle esigenze dei consumatori. Accanto alle classiche professionalità  giornalistiche, ad esempio, si affiancano i lettori-autori che fanno da commentatori e amplificatori delle notizie stesse che anzi, già  oggi, circolano dapprima in rete, poi attraverso le agenzie, e, infine, sui mezzi tradizionali come i quotidiani.
E, poichà© i lettori saranno sempre più online, la sfida per gli editori è proprio quella di individuare e cogliere le opportunità  offerte dalla rete per consolidare la loro autorevolezza e il loro vantaggio competitivo dato dalla competenza e dall'expertise.
In questo contesto, i social media possono ricoprire ruoli diversi: competitor degli editori, ma anche alleati in qualità  di produttori di contenuti o driver per la diffusione dei contenuti stessi.
"L'individualismo dominante, al contrario delle previsioni più nefaste, sta generando nuove ed impreviste forme di socialità  e di aggregazione, diverse da quelle tradizionali ma estremamente gratificanti, cementate da emozioni, sentimenti, passioni. Sono le nuove comunità , le tribù, i social network che trovano sovente in un "love mark" un fattore aggregante intorno a cui ritrovarsi. E' un fenomeno che nasce dalla fusione della dimensione individuale con quella collettiva, che potremmo definire indisocialismo", ha dichiarato Layla Pavone.
"Questo meccanismo "emozionale" vale anche per l'universo dell'informazione e rappresenta una grande opportunità  per tutti gli editori che sapranno creare valore aggiunto per i propri lettori - valore del messaggio, dell'esperienza, della fonte – che, a lungo termine, creerà  fidelizzazione e partecipazione", ha aggiunto Pavone.

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