Alcuni punti dell'
Acta, ossia l'
Anti-Counterfeiting Trade Agreement che la Ue sta negoziando con Usa, Giappone, Singapore, Messico, Marocco, Canada, Svizzera e Australia, sono stati resi pubblici: quindi sono valse a qualcosa le lamentele e i borbottii di autorità , attivisti e comuni netizen, contrari al perpetuarsi del silenzio sui lavori in corso.
L'ultima versione del documento, nata grazie alle negoziazioni tenutesi di recente a Wellington, in Nuova Zelanda, è quindi stata resa pubblica nei punti chiave dai governi del mondo coinvolti nelle discussioni sulle questioni principali del trattato
anti-contraffazione.
Un cambio di approccio, quindi, giustificato dai protagonisti come una doverosa apertura al
dibattito pubblico su questi controversi temi, in modo da migliorare i contenuti grazie all'apporto di diverse voci.
Poco tempo fa, a Strasburgo, una risoluzione comune portata avanti dal
Parlamento d'Europa, aveva chiesto ufficialmente ai vertici dell'
Acta di rendere pubbliche le discussioni inerenti il trattato sull'estensione della tutela del
copyright a livello globale.
Ora, grazie al cambio di tendenza, spontaneo o "fortemente influenzato" dall'
UE, i punti chiave dell'Acta sono stati resi noti.
Secondo quanto emerso, non è previsto un controllo coatto dei
dispositivi multimediali portatili, finalizzato alla ricerca di materiale non legale; inoltre, sembra che il regime dei cosiddetti
tre colpi, ossia la disconnessione dalla rete simile all'
Hadopi francese, non verrà introdotto nel sistema legislativo.
Una caratteristica del documento pubblicato è la sua univocità : non sono riportati i vari step relativi alle
tappe della negoziazione, nà© i
pareri singoli dei governi coinvolti nei lavori.
Si toglie quindi il velo che copriva il trattato e lo si mostra all'
opinione pubblica: passi in avanti verso una discussione che inglobi un maggior numero di soggetti, soprattutto tenendo conto dell'importanza di questi argomenti.