Per verificare l'efficacia dei software di protezione,
Google ha stilato un rapporto di sicurezza, basandosi su un bacino di
240 milioni di siti web monitorati fino a
fine gennaio 2010.
I risultati dell'indagine hanno riportato una
crescita rilevante dei falsi antivirus, si tratta del
15% circa di tutto il malware che circola in rete. Si tratta di quelle
finestre - di solito molto appariscenti - che appaiono su siti web di dubbia provenienza e avvisano l'utente che il suo Pc sarebbe a r
ischio virus o addirittura già infettato.
Questi messaggi trasmettono una
certa urgenza e inducono il cybernauta a cliccare per ottenere una s
cansione gratuita del proprio computer, o almeno così indicano le notifiche. Dopo aver cliccato, però, viene installata un'
applicazione maligna che può portare a diversi, spiacevoli inconvenienti: si va da una vera e propria
invasione di pop up - che possono essere fermati solo pagando una certa somma - al tentativo di
furto di dati sensibili, come quelli relativi alla carta di credito dell'utente. E come se non bastasse, spesso queste minacce installano altro software dannoso, come, ad esempio, delle
backdoor che permettono agli
hacker di condurre ulteriori attacchi.
"àˆ sorprendente constatare quanti utenti continuino a cadere in questa trappola, rimanendo vittime di questa forma di imbroglio e, ancora di più, provvedano poi al pagamento del riscatto stesso", si legge nel comunicato diffuso con il report.
BigG ha dichiarato di aver già adottato dei
filtri specifici per proteggere i netizen da queste minacce, anche attraverso una
blacklist di siti da evitare che viene costantemente aggiornata. Si tratta di un'iniziativa utile, certo, ma spesso inefficace: ai malintenzionati basta cambiare dominio per tornare in azione indisturbati.
La regola migliore rimane quella di prestare attenzione alle proprie attività sul web, riflettendo bene su ogni notifica fuori dall'ordinario. Il report è accessibile attraverso questo
link.