Digitale, Siddi (Fnsi) a Calabrò, occorre tutela per le Tv locali

Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, si è rivolto al presidente di Agcom, Corrado Calabrò, per chiedere maggiori tutele per le emittenti televisive locali, durante il passaggio dalla Tv analogica a quella digitale.

Autore: Redazione D.Life

Dopo l'accorato appello di Nichi Vendola, un altro messaggio similare viene rivolto ad Agcom in difesa delle Tv locali: questa volta a parlare è Franco Siddi, segretario generale della Fnsi.
In una lettera inviata ad Agcom, ed in particolare al Presidente dell'Autorità , Siddi ha espresso "viva preoccupazione", per il futuro delle Tv locali nel passaggio dal sistema analogico a quello digitale.
Pur mettendo in evidenza come la nuova tecnologia costituisca una risorsa per il panorama televisivo, Siddi ha sottolineato come le televisioni locali potrebbero essere penalizzate dalla migrazione. In particolare il segretario della Fnsi ha spiegato: "L'introduzione delle trasmissioni in digitale terrestre è, senz'altro, una grande opportunità  per il sistema televisivo". Tuttavia il passaggio "da una pianificazione regionale a una nazionale, prescindendo anche dalle programmazioni già  definite nelle aree in cui la transizione al digitale è già  stata avviata, rischia di determinare effetti dirompenti su tutto il sistema".
Gli effetti ci sarebbero soprattutto per le Tv locali: "la riduzione delle frequenze multiple disponibili e il passaggio delle Tv locali a canali con frequenze ‘più' deboli rischierebbe, in particolare, di mettere in ginocchio il sistema delle Tv locali".
Il Sindacato dei giornalisti mostra quindi preoccupazione per le ripercussioni che ci saranno sulla visibilità  di queste emittenti. Il primo interrogativo riguarda il passaggio delle frequenze: "Molti operatori ci segnalano che non saranno in grado di sopportare l'esigenza di ulteriori interventi per rafforzare le proprie frequenze, se costrette a passare dalle attuali Sfn a quelle K-Sfn, che vedrebbero le loro televisioni collocate in un'area frequenziale più debole, soggetta a interferenze soprattutto nei bacini segnati dai confini dell'etere".
Il secondo punto che desta allarme è la conseguente ripercussione che ci sarà  sull'occupazione: "per il Sindacato dei giornalisti il problema è rappresentato soprattutto dagli effetti che nuove difficoltà  per l'intero sistema delle televisioni locali possono provocare sull'occupazione e, di conseguenza, sulla qualità  e sulla estensione del pluralismo dell'informazione in questi ambiti.
Oltre a questi punti-chiave, anche Siddi fa riferimento alla numerazione sul telecomando, della quale aveva parlato anche Vendola: "Frequenze più deboli o "intralciate", spostamenti sul telecomando predefinito, non saranno, quindi, solo operazioni di razionalizzazione tecnica se determineranno, modifiche nelle relazioni del mercato locale o limiti alle opportunità  di crescita. Riteniamo che qualsiasi novità , anche di razionalizzazione e finalmente di pianificazione delle frequenze, debba assicurare paritarie condizioni sul piano della concorrenza televisiva per gli operatori delle Tv locali".
La tutela, quindi, è necessaria per assicurare pluralismo e per soddisfare le esigenze degli stessi telespettatori, i quali, secondo quanto sottolineato dal presidente della Fnsi, memorizzano ancora le emittenti locali fra le reti nazionali.

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