La Commissione per la Sicurezza nazionale e gli Affari governativi del Senato americano ha approvato un provvedimento che prevede, in caso di cyberterrorismo, la possibilità per il presidente Usa di bloccare momentaneamente l'accesso al web.
Autore: Santina Buscemi
Molti di noi ricordano i film, seri o ironici, relativi alla Guerra Fredda. La stanza dei Presidenti di Usa e Urss erano dotati di pulsante, capace di azionare gli ordigni atomici contro il nemico. Viene da immaginare qualcosa del genere, seppur con le dovute differenze, dinanzi alla notizia che interessa gli Stati Uniti e il presidente Obama. Dalla Casa Bianca potrà infatti partire il comando per eseguire il black-out della rete. La Commissione per la Sicurezza nazionale e gli Affari governativi del Senato americano ha infatti deliberato la possibilità per il presidente degli Stati Uniti di interrompere momentaneamente l'accesso al web, in caso di cyberterrorismo. Certo, si tratta di una misura straordinaria, che sarà messa in pratica, sempre che ciò avvenga, solo in caso di reale necessità e di rischi elevati per la sicurezza nazionale, ma siamo comunque dinanzi a un evento che non ha precedenti. La decisione della Commissione affida infatti ad Obama un potere totale su internet, pur sottostando a principi basilari. Il Presidente dovrà infatti utilizzare il "bottone" solo in caso di reale necessità , solamente, quindi, in caso il cyber-attacco possa "causare danni elevati e perdite di vite umane". Il provvedimento si chiama "Protecting Cyberspace as a National Asset Act" (Pcnaa), ma è stato ribattezzato "Internet Kill Switch". Sono numerose le società coinvolte: provider di servizio a banda larga, motori di ricerca e società produttrici di software, nel caso dovesse avvenire lo "stop" a internet, dovranno "immediatamente adeguarsi a ogni misura di sicurezza e di emergenza decisa dal dipartimento dell'Homeland Security". Ogni violazione sarà punita con multe e provvedimenti cautelativi. A sorvegliare sul rispetto della nuova legge ci sarà il nuovo Centro nazionale di cyber-sicurezza e comunicazioni. All'Nccc sarà infatti iscritta ciascuna società operativa nei settori internet, telefonia, o sistemi informativi degli Usa: la lista, redatta dall'Homeland Security, assegna al Centro pieni poteri in questo senso. Il senatore Joe Lieberman, presidente della commissione per l'Homeland Security e tra i più agguerriti sostenitori del Pcnaa, ha spiegato come si tratti "di un'autorità che permette al governo federale di tutelare reti virtuali, asset strategici e garantire la sicurezza del nostro Paese e della nostra gente". Ciò nonostante, le polemiche non sono destinate a placarsi: il ruolo centrale di internet nella società contemporanea rende la decisione la Commissione per la Sicurezza nazionale e gli Affari governativi del Senato americano poco popolare. L'idea che "dall'alto" si possa decidere di impedire l'accesso alla rete desta perplessità . Nonostante la misura faccia riferimento alle situazioni di vera necessità , la possibilità che chi governa impedisca ai cittadini di consultare il web sta iniziando a scatenare un polverone. In questo caso, ancor più che dinanzi a filtri o censure, risulta difficile collimare la volontà di garantire la sicurezza dei cittadini, con il loro diritto ad accedere ad internet in piena libertà ed autonomia, senza censura (o black-out) alcuni.
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