Negli ultimi sei mesi il numero dei server utilizzati da Facebook è raddoppiato, arrivando a quota 60.000. La popolarità del social network, l'upload di foto e l'alto numero di connessioni simultanee, i motivi di questa espansione.
Autore: Redazione D.Life
C'è un dato che consente di rendersi conto del successo di Facebook. Oltre al numero degli iscritti, costantemente in crescita, e al fatto che il sito faccia parte dei discorsi quotidiani di una larga percentuale di individui, il numero dei server utilizzati è indicativo dell'attività del social network. E la quantità di server necessari a far funzionare il sito sarebbe aumentato considerevolmente negli ultimi sei mesi. Diverse fonti hanno mostrato infatti un grafico, realizzato da Rich Miller su DataCenterKnowledge, che evidenzia come Facebook stia utilizzando 60.000 server. Un numero raddoppiato rispetto ai 30.000 dello scorso novembre. A cosa può imputarsi tale vertiginoso aumento? Non solo al numero degli utenti che si iscrivono al sito, ma al loro modo di interfacciarsi con le funzionalità offerte dal social network. L'upload di video ed immagini, soprattutto, necessita di un'intensa attività da parte dei server. Secondo alcune stime, il popolo di Facebook carica ogni mese 3 miliardi di fotografie e vengono visualizzate più di 1 milione di foto al secondo. Sono più di 1 milione, inoltre, i siti che hanno deciso di sfruttare le funzionalità di Facebook Connect. Tutto ciò, insieme all'alto numero di connessioni simultanee, agli aggiornamenti di status, le note e le varie attività svolte online, richiedono ai server l'esecuzione di più di 50 milioni di operazioni al secondo. Troppo pochi, quindi, i 30.000 dello scorso novembre: era necessario ampliare la capacità di memoria dei sistemi, aumentando il numero dei server disponibili. Inoltre, la costruzione di una nuova server farm in Oregon è un segnale evidente di come la quantità di server possa aumentare ancora di più. Zuckerberg & Co. hanno di che sorridere: il momento fortunato di Facebook sembra destinato a non passare, almeno per il prossimo futuro.
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