La
notizia si era iniziata a diffondere all'interno del
social network. Su
Facebook il link di denuncia del gruppo "
Falcone e Borsellino falsi eroi" attirava sempre di più l'attenzione degli iscritti, provocando indignazione e rabbia negli
utenti. Li lasciava sgomenti come si potesse infangare la memoria dei due grandi magistrati.
Il link invitava a diffondere la notizia dell'esistenza di un simile oltraggioso
gruppo e non solo: si chiedeva infatti di segnalare agli
amministratori del sito come i contenuti non rispettassero le norme basilari del sito.
Addirittura era stato creato un gruppo alternativo, funzionale proprio alla segnalazione della criticata pagina, "Segnaliamo e facciamo chiudere il gruppo - Falcone e Borsellino falsi eroi-", capace di raccogliere 20mila
adesioni.
Questo borbottio è pian piano cresciuto d'intensità , tanto da giungere alle orecchie dei
magistrati.Il contestato gruppo è stato chiuso e due
creatori della
pagina web sono stati identificati.I due dovranno rispondere di diffamazione e istigazione a commettere reati.
Accuse molto gravi, ma che combaciano con la rabbia di molti utenti iscritti a Facebook, che non tollerano come sul sito di
social networking trovino spazio simili provocazioni.
Le indagini dei magistrati si sono protratte per 7 mesi, al termine dei quali la polizia postale di Palermo è riuscita a risalire all'identità degli autori del gruppo anti-magistrati sul social network.
Lascia a bocca aperta la giovane età dei due: si tratta di una sorella e di un fratello, A. F. ed S.F., di 20 e 24 anni, residenti in una provincia del nord Italia ed incensurati. Interrogati dalle Forze dell'Ordine, i responsabili del gruppo contro i magistrati hanno ammesso le loro
responsabilità , dimostrando di non rendersi conto della gravità di quanto compiuto.