A pochi giorni dal debutto negli Stati Uniti di
Places, la nuova funzionalità di geolocalizzazione di
Facebook, già divampa la polemica sulle sue caratteristiche.
Il problema come al solito riguarda la
privacy: dare indicazioni sulla posizione di un individuo, su un social network con centinaia di milioni di iscritti, può creare molti pericoli per gli utenti.
A scagliarsi contro il nuovo servizio è scesa in campo per prima la
American Civil Liberties Union of Northern California: l'associazione lamenta in particolare il fatto che l'applicazione non possa essere eliminata dai profili, ma che le informazioni in essa contenute possano solo essere limitate ai propri amici. E diffondersi magari a sconosciuti e malintenzionati.
"I dati sulla nostra posizione – aveva affermato recentemente
Rainey Reitman, portavoce di
Rights Clearinghouse – sono legati alla nostra sicurezza. Se la gente sa dove sei, sa anche dove non sei. àˆ uno dei dati più sensibili che abbiamo".
Marc Rotenberg, executive director dell'
Electronic Privacy Information Center, si scaglia invece contro il metodo di presentazione che il team di Facebook ha utilizzato con Places: invece di chiedere agli utenti se volessero la nuova funzionalità , l'ha introdotta direttamente senza il loro consenso.
Ma anche molti iscritti appaiono disorientati rispetto alle nuove possibilità offerte da Places: molti di loro hanno pubblicato interventi preoccupati e apprensivi sullo stesso
Facebook blog.