I servizi web gratuiti valgono 100 miliardi di Euro

Secondo uno studio che analizza i comportamenti degli utenti internet in Europa e Usa, realizzato da McKinsey & Company e commissionato da IAB Europe,i servizi web gratuiti valgono 100 miliardi di Euro.

Autore: Redazione Technology

Per comprendere quale sia il valore dei servizi erogati gratuitamente all'utente sul web, IAB Europe ha commissionato uno studio a McKinsey & Company, che ha esaminato il cosiddetto "consumer surplus", relativo ai mercati di UK, Francia, Spagna, Italia e USA.
Il "consumer surplus" rappresenta il valore economico dei servizi web gratuiti (e-mail, istant messaging, mappe, social network, giochi, musica, motori di ricerca e comparazione prezzi ecc.), al netto dei costi legati al servizio, come quelli di connessione e accesso alla rete e sempre tenendo presente il fenomeno dell' "advertising disturbance".
A finanziare i servizi gratuiti cui accedono i consumatori ogni giorno èl'online advertising . Per ogni euro speso in advertising online dalle aziende, gli utenti ricevono infatti l'equivalente di 3 euro in servizi erogati. McKinsey & Company stima che, entro la fine del 2010, il "consumer surplus" generato dall'online advertising in Europa e negli USA sarà  pari a 100 miliardi di Euro, circa 40 Euro per ogni utenza domestica. Una cifra più o meno simile a quanto viene speso annualmente per l'abbonamento a internet (120 miliardi di Euro).  
McKinsey & Company si aspetta inoltre una crescita di questo dato pari al 13% ogni anno, un incremento che porterebbe il valore del "consumer surplus" a 190 miliardi di euro nel 2015.Oltre tre quarti degli utenti interpellati per la ricerca, considerano il valore dei servizi gratuiti utilizzati due volte superiore al disturbo generato dalle pubblicità  (pop-up, problematiche legate alla privacy). In generale, l'utente medio è solito attribuire ai contenuti gratuiti un valore 5 volte superiore alla cifra che pagherebbe pur di eliminare il disturbo causato dalla pubblicità .  
Lo studio ha inoltre confermato come solo il 20% degli utenti internet faccia uso di servizi a pagamento
Infine, lo studio prende in esame l'ipotesi di rendere servizi a pagamento quelli che sono attualmente gratuiti sul web: si prevede che in questo caso circa il 40% degli utenti sceglierebbe di limitare fortemente l'utilizzo di internet. In termini economici, questo fenomeno è descritto come un "negative consumer surplus". 
Roberto Binaghi, Presidente di IAB Italia, commenta: "Penso che lo studio commissionato a McKinsey & Company confermi una verità  già  evidente agli operatori del settore: l'advertising online è una grande risorsa per il web e per tutti gli utenti del mondo, che proprio grazie agli introiti che derivano dalla pubblicità  possono usufruire di contenuti e servizi completamente gratuiti".

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