Chi crea e diffonde malware nella UE potrà andare incontro anche alla prigione, da 2 a 5 anni. Questa è solo una delle misure del
piano ideato dalla
Commissione Europea per contrastare il
cybercrime.
I crimini informatici, infatti, sono in crescita nel nostro Continente e possono avere anche effetti devastanti, come dimostra l'
attacco subito dai sistemi informatici dell'Iran a causa del virus
Stuxnet.
Il cybercrime è sempre più una
minaccia "globale", tanto da richiedere l'azione dell'Autorità Europea.
A dare l'annuncio di queste nuove misure è
Neelie Kroes, commissario dell'agenda digitale, e
Cecilia Malmstroem, commissario agli affari interni della UE.
Come diretta conseguenza del piano anticrimine informatico ci sarà una probabile e più profonda
collaborazione tra gli Stati Membri con quelli da cui più spesso partono gli attacchi:
Cina, Usa, Russia, ecc.
Ma l'aspetto più importante rimane l'intenzione di "rendere un crimine la creazione e l'utilizzo dei programmi malware".
I due commissari impegnati in questa nuova iniziativa hanno richiesto anche che siano
aumentati i mezzi dell'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'Informazione (Enisa): l'dea di Kores e Malmstroem è che la suddetta agenzia sia un
nodo che metta in comunicazione le autorità giudiziarie, la polizia e i garanti della privacy. In più è stata richiesta l'istituzione di una
sistema di allarme a livello europeo, che avverta le autorità in caso di attacchi informatici.