Il giornalismo multimediale manda in crisi il Corriere della Sera
Oggi e domani il Corriere della Sera non sarà in edicola e il sito internet non sarà aggiornato: questo a causa di uno sciopero della redazione che protesta contro il direttore de Bortoli che vuole mettere in discussione "quelle regole, in qualche caso autentici privilegi, che la multimedialità (e il buon senso) hanno reso obsolete".
Autore: Redazione D.Life
"Il Corriere della Sera venerdì primo ottobre e sabato due ottobre non sarà in edicola e, nelle stesse giornate, il suo sito Corriere.it non verrà aggiornato", così il Comitato di Redazione del Corriere della Sera risponde alla dura lettera con la quale il direttore de Bortoli aveva parlato del futuro del quotidiano e all'atteggiamento dei giornalisti nei confronti della multimedialità . Nella sua lettera de Bortoli aveva sottolineato i grandi sconvolgimenti che internet sta provocando nel mondo del giornalismo e dell'informazione e di come il Corriere si sia già mosso per sfruttare tutte le nuove sfide che il nuovo medium offre: "In questi mesi abbiamo compiuto significativi passi avanti nell'arricchire la nostra informazione, non solo sulla carta, ma anche e in particolar modo sul web. Sono state lanciate nuove iniziative. Edizioni del giornale sono disponibili, per la prima volta anche a pagamento, su iPhone e smartphone. A due mesi dal lancio degli abbonamenti al giornale su iPad, abbiamo già toccato la soglia delle settemila adesioni, la metà delle quali per un periodo di sei mesi o un anno. Gli streaming di Corriere tv sono ormai largamente superiori a molti, e importanti, canali televisivi. L'industria alla quale apparteniamo e la nostra professione stanno cambiando con velocità impressionante. In profondità ". Pertanto il Comitato di Redazione con lo sciopero ha voluto replicare in maniera decisa al direttore che ha messo in discussione "le tutele e le regole che garantiscono la libertà del loro lavoro e, di conseguenza, l'indipendenza dell'informazione che il giornale fornisce". Invitati a un tavolo di trattativa sulla multimedialità , i componenti del Cdr accusano di "non hanno trovato nemmeno un inizio di confronto, ma soltanto una lettera nella quale il Direttore sanciva, fra l'altro, che l'insieme degli accordi aziendali e delle prassi che hanno fin qui regolato i nostri rapporti sindacali non hanno più senso".In pratica i giornalisti del Corriere ritengono irricevibile la lettera di de Bortoli, e la ritenengono strumentale al taglio di alcune tutele e dei contratti integrativi. L'Assemblea dei giornalisti quindi "auspica e chiede da tempo di conoscere le linee strategiche e i piani di sviluppo che Azienda e Direzione intendono attuare tenendo conto sia delle nuove tecnologie a disposizione, sia della qualità , dell'accuratezza e dell'indipendenza dell'informazione. Nulla di tutto ciò ci è mai stato presentato. La battaglia che i redattori del Corriere hanno intrapreso vuole riportare il giornale al suo ruolo leader attraverso un'informazione libera e autorevole che non può prescindere dalle garanzie per ciascun giornalista". Il direttore de Bortoli con la sua lettera ha voluto chiudere un'era del Corriere, quella che lui stesso definisce "del piombo", e aprire ufficialmente quella digitale, con l'auspicio che porti anche ad un cambiamento delle regole interne al giornale: "Non è più accettabile che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. Non è più accettabile che perduri la norma che prevede il consenso dell'interessato a ogni spostamento, a parità di mansione. Prima vengono le esigenze del giornale poi le pur legittime aspirazioni dei giornalisti". [tit:La lettera del direttore de Bortoli]
Cari colleghi,
Questa lettera vi complicherà la vita. Ma la discussione che ne scaturirà ci permetterà di investire meglio nel nostro futuro di giornalisti del Corriere della Sera. E costituirà uno spunto importante per una discussione di carattere generale che la nostra categoria non può rinviare all'infinito. Di che cosa si tratta? In sintesi vi potrei dire: investiamo di più nel giornale e nella qualità , ritorniamo a dare spazio ai giovani, ma ricontrattiamo quelle regole, in qualche caso autentici privilegi, che la multimedialità (e il buon senso) hanno reso obsolete. Con molta fatica, grazie soprattutto al vostro senso di responsabilità , stiamo completando una ristrutturazione dolorosa ma necessaria che non ha messo però in cassa integrazione diretta alcun collega, com'è avvenuto in tutte le altre testate.
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