Un maresciallo dei carabinieri, in servizio nella provincia di Roma, ha sparato alle figlie di 13 e 15 anni e poi si è tolto la vita. Secondo la ricostruzione degli inquirenti la violenta lite sarebbe stata causata da Facebook. Le figlie, infatti, si collegavano spesso al social network, nonostante i ripetuti richiami del padre che era contrario. L'uomo aveva già avuto una violenta reazione con la figlia più piccola per telefono, proseguita al suo ritorno a casa. Dopo un violento litigio verbale, all'improvviso, il carabiniere ha estratto la pistola d'ordinanza e ha iniziato a sparare, uccidendo la figlia tredicenne e ferendo gravemente ad una gamba e all'addome la sorella maggiore, ricoverata in gravi condizioni all'ospedale della piccola cittadina romana. Mentre il figlio più piccolo, che ha assistito a tutta la scena, è rimasto illeso per miracolo. Dopo il raptus omicida, il carabiniere, si è tolto la vita. Secondo gli investigatori, oltre alla lite per l'uso assiduo di Facebook da parte delle figlie, l'uomo avrebbe sofferto un profondo disagio psicologico che nessuno aveva intuito prima d'ora.
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