Un paio di giorni fa molti utenti, soprattutto americani, di
Facebook avevano cominciato a lamentarsi su blog e forum per non ben precisati
blocchi dei loro account.
Le prime indiscrezioni hanno portato a pensare a un
attacco hacker oppure a un nuovo
virus informatico che stesse affliggendo il social network, ma le cose si sono complicate con le prime risposte del centro assistenza di Facebook nelle quali si richiedeva l'invio di dati per confermare il proprio profilo, facendo temere una specie di
pulizia di massa degli account fasulli, con vittime ignare nel mezzo.
A chiarire dubbi e paure è poi arrivata la
risposta ufficiale di Facebook: "Abbiamo
scoperto un bug all'interno del sistema progettato per trovare e disabilitare i profili fasulli. L'errore, che è rimasto
attivo per un breve periodo, ha
disabilitato accidentalmente un certo numero di account. Scoperto il bug, abbiamo subito provveduto a eliminarlo. Ora il problema è
risolto, e stiamo lavorando per riattivare i profili e avvisare le persone afflitte dal problema".
Tutto sembra quindi essere andato per il meglio, ma rimane un
punto oscuro nella vicenda.
Curiosamente, secondo quanto riportato dalle prime fonti che hanno seguito la storia, la maggior parte dei profili bloccati sarebbero stati di
utenti femmina.
Subito sono iniziate le speculazioni sul
presunto maschilismo del sito blu, supportate dal fatto che la maggior parte dei programmatori che lavorano per Facebook, e non solo quelli, sono maschi. Si tratta quindi di maschilismo volontario o di una deformazione di carattere sociale?