Egitto, rivolta anche su Facebook e Twitter, siti bloccati

Le autorità  egiziane hanno bloccato Facebook, Twitter, altri social network e alcuni servizi offerti da Google. Il motivo? La rivolta, che da alcuni giorni si è scatenata anche in Egitto, veniva organizzata anche sui social network.

Autore: Chiara Bernasconi

Dopo Algeria, Tunisia e Albania, anche in Egitto si è scatenata la guerriglia urbana a causa del vertiginoso aumento dei prezzi dei generi alimentari.
La popolazione egiziana è in rivolta contro il regime del Presidente Hosni Mubarak, salito al potere nel 1981 dopo essere stato eletto democraticamente e tuttora in carica.
Gli egiziani, per organizzare velocemente la sommossa, utilizzavano le nuove forme di tecnologia ed in particolare i social network come Facebook e Twitter. Sulle piattaforme venivano lanciati messaggi indicanti luoghi di ritrovo differenti rispetto a quelli effettivi, in modo da confondere la polizia.
Il canale di Twitter privilegiato sul quale venivano pubblicati i messaggi era hashtag #jan25, mentre il premio Nobel per la pace Mohamed El Baradei si è servito di Facebook per manifestare il proprio totale sostegno alla popolazione. Un movimento denominato "6 aprile" ha utilizzato il social network di Marc Zuckerberg per lanciare il seguente messaggio: "Dopo la grande manifestazione di ieri scenderemo in piazza anche oggi e domani fino a quando non cadrà  il presidente Hosni Mubarak".
Per questo motivo le autorità  egiziane hanno bloccato tutti i social network e alcuni servizi offerti da Google.

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