Moige e Trend Micro, giovani usano il web troppo liberamente
Un'indagine condotta da Moige e Trend Micro rivela che i giovani italiani utilizzano il web molto liberamente. I genitori si dimostrano impreparati e disorientati nell'affrontare eventuali rischi.
Autore: Chiara Bernasconi
In occasione del Safer Internet Day 2011, la giornata europea dedicata alla sicurezza in rete, Moige (movimento genitori) e Trend Micro presentano i risultati emersi da un'indagine con focus group di genitori, durante il quale sono stati discussi ed approfonditi i comportamenti in rete di genitori e figli, i pericoli percepiti, i controlli e le misure di protezione adottate, oltre ai suggerimenti da parte dei genitori stessi su possibili iniziative a livello istituzionale per una maggiore informazione sulla sicurezza in internet. La tavola rotonda è stata condotta dall'istituito indipendente A&F Research. Dalle interviste condotte emerge in generale uno scenario in cui il web è ormai un ambiente fondamentale di riferimento per genitori e figli, che stimola e incuriosisce e del quale ormai non si può fare a meno. Nelle famiglie sono spesso disponibili diversi strumenti per navigare come Pc, smartphone, consolle-videogiochi, utilizzati con una crescente autonomia dai minori, specie dai 10 anni in su. L'uso di internet va molto oltre il gioco e la ricerca didattica, è diventato il prerequisito dell'entrata nel mondo dei social network, parte ormai della "vita contemporanea". Il genitore non ostacola e spesso favorisce un approccio precoce anche con l'intento di sostenere l'adattamento e integrazione dei figli alle nuove modalità di comunicazione e relazione sociale. I social network, infatti, sono molto apprezzati dai ragazzi italiani: l'82,9% nella fascia tra 15 e 16 anni, e il 74,3% in quella 11-14. Anche un 20% dei più piccoli non è indifferente. Facebook, come prevedibile, la fa da padrone: quasi 9 ragazzi su 10 lo preferiscono. La sensazione di pericolo dei genitori riguardo l'uso del web da parte dei minori è abbastanza relativa, e scaturisce solo da eventi di cronaca o da informazioni provenienti da fonti autorevoli: sembra emergere una sorta di "abitudine anestetica", presumibilmente incentivata da una scarsa conoscenza effettiva dei pericoli. La fiducia nei comportamenti dei figli in rete è infatti piuttosto elevata (6,79 in una scala da 1 a 10). Anche i bambini e i ragazzi, del resto, manifestano una radicata convinzione (8,3 in una scala da 1 a 10) che "i genitori si fidano dei miei comportamenti online". Prevale dunque un "controllo ambientale generico", basato su una selezione di tempi e possibilità di utilizzo della Rete e su un generico ricorso al dialogo, nella quasi totale assenza di software specifici e funzioni di "Parental Control". Le misure di controllo e prevenzione adottate dai genitori, di fatto, non sembrano tra le più severe ed efficaci: 6 genitori su 10 (60%) si limitano a parlare genericamente dell'argomento con i propri figli, 4 su 10 (43%) navigano insieme a loro (ma solo il 28,1% se i figli hanno 15-16 anni) e solo 3 genitori su 10 (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente siti visitati e le attività online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di Parental Control messe a disposizione dai software di sicurezza. I social network sono percepiti come un'area sensibile dal punto di vista dei rischi: genitori e figli si imbattono quotidianamente in stimoli (pop up, link e annunci) di varia natura: si va dalle immagini di nudo femminile, alle proposte "cerchi amicizie a ...?", ai giochi d'azzardo, ma il pericolo si può celare anche in contatti apparentemente innocui, vista l'accessibilità e l'incontrollabilità dei frequentatori della rete. Nonostante questo, non vi è una chiara consapevolezza da parte degli adulti di come fare per evitare i pericoli e proteggere le informazioni in rete: prevale un generico "ci sono tutti e lo utilizzano tutti", nella convinzione che "il divieto non funziona, bisogna insegnare ai ragazzi come comportarsi". L'utilizzo di questi mezzi, inoltre, non è accompagnato da una adeguata consapevolezza dei pericoli per la privacy e da una sufficiente conoscenza delle necessarie misure di protezione. Ad esempio, solo 3 adulti (30%) e 4 ragazzi su 10 (40%) sanno come impostare le regole di privacy nei social network. Messi di fronte all'ampia articolazione dei pericoli della rete, come ad esempio pornografia, pedofilia, cyber-bullismo e giochi d'azzardo, i genitori tendono a concentrare la sensazione di rischio nei "contatti indesiderati con sconosciuti", temuti nel 56,7% dei casi e soprattutto verso la pedofilia legata all'intrusione di malintenzionati nei social network e considerata fonte di preoccupazione da quasi 7 genitori su 10 (67,8%). Più limitata la percezione del rischio verso i giochi d'azzardo e acquisti impropri: meno di 4 genitori su 10 (34%), infatti, se ne preoccupano. L'ansia dei genitori cresce con uno sguardo più attento agli atteggiamenti dei ragazzi: tutti sono consapevoli che la condivisione di immagini, video, informazioni personali, indirizzi, giochi e altro è ormai un'abitudine massiccia e poco controllabile.Con l'aumentare dell'età dei ragazzi, tra l'altro, diventa via via maggiore la quantità di informazioni personali inserite in Rete. Ad esempio, tra i ragazzi della fascia dai 15 ai 16 anni, la pubblicazione delle foto personali e dei familiari raggiunge l'81,4%, come la rivelazione del luogo dove vanno a scuola (62,9%), o gli eventi a cui partecipano (51,4%), o i luoghi frequentati (30%). "I dati presentati durante questo focus group – ha dichiarato Elisabetta Scala, responsabile dell'Osservatorio Media del Moige – dimostrano ancora una volta la necessità di intervenire per tutelare concretamente i minori ed educarli a un uso corretto e responsabile della rete, sensibilizzando allo stesso tempo anche i genitori. Per questo, nei prossimi giorni sarà anche rilanciato sul circuito Sky lo spot "Ombre", ideato dalla Aldo Biase Comunicazione e realizzato dalla casa di produzione Filmgood, con l'obiettivo di promuovere tra i genitori e i ragazzi una maggiore consapevolezza del problema pedofilia online, informandoli sui rischi legati ai social network. Occorre, quindi, investire nell'informazione e nella prevenzione dei rischi connessi alla navigazione in internet, senza tuttavia dimenticare la necessità , in questo settore, di superare l'attuale e poco efficace sistema di autoregolamentazione, con una co-regolamentazione normativa". "L'impegno di Trend Micro in qualità di azienda di sicurezza informatica, è volto sia a mettere a punto tecnologie di protezione sempre più efficaci e semplici da utilizzare, sia a sensibilizzare tutti gli utenti all'adozione di comportamenti responsabili in rete, anche offrendo il proprio supporto a realtà associative o istituzioni in prima linea nel rendere Internet un luogo più sicuro per tutti", ha dichiarato Carla Targa, Marketing & Communications Manager di Trend Micro Italy.
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