Microsoft ha deciso di
presentare un esposto presso la
Commissione Europea contro
Google, colpevole di aver abusato della sua posizione di leader di mercato.
Microsoft a sostegno della sua tesi ha avanzato anche
sei distinti esempi di come questo abuso sia stato commesso da Google.
Il
primo esempio riguarda
YouTube, la piattaforma di videosharing acquisita da Google nel 2006. Secondo l'accusa di Microsoft, i tecnici di Mountain View avrebbero messo in atto un numero crescente di misure
per limitare l'accesso ai motori di ricerca concorrenti nella indicizzazione del materiale video presente sul portale. Senza un adeguato accesso a YouTube,
Bing e altri motori di ricerca non possono rivaleggiare alla pari con Google.
Il
secondo esempio è molto più recente e risale all'anno scorso. Secondo Microsoft nel 2010 Google avrebbe impedito ai nuovi telefoni
Windows Phone 7 di funzionare correttamente con YouTube. Google ha predisposto per i suoi telefoni
Android l'accesso completo a YouTube, in modo che gli utenti possano cercare le categorie video, trovare preferiti, vedere le valutazioni, e così via. Tutto questo non sarebbe stato accessibile ai telefoni WP7.
Infatti la YouTube "app" sui telefoni Windows è fondamentalmente solo un
browser la visualizzazione del sito, senza le ricche funzionalità offerte ai telefoni concorrenti. Secondo quanto affermato da Microsoft, l'azienda sarebbe pronta a rilasciare una applicazione di alta qualità per YouTube su Windows Mobile. Il problema che esisterebbe un impedimento formale da parte di Google.
In
terzo luogo, Google sta cercando di
bloccare l'accesso a contenuti di proprietà di editori di libri. Questo è stato sottolineato in tribunale federale di New York la scorsa settimana, nella sentenza che ha impedito a Google di ottenere l'accesso esclusivo e illimitato alle grandi quantità di cosiddetti "libri orfani"-libri per i quali non esiste più il detentore del copyright. Questo è un importante passo iniziale, decretato dalla legge statunitense, l'Europa dovrebbe allinearsi a questa sentenza.
In
quarto luogo, Google avrebbe
imposto delle misure restrittive ai propri advertisers nell'accesso ai propri dati. Questi dati appartengono agli inserzionisti e riflettono le loro decisioni a proposito della loro attività . Ma Google, per contratto, proibisce agli inserzionisti di utilizzare i propri dati in modo che non possa essere introdotta una sorta di interoperabilità con altre piattaforme pubblicitarie.
Il
quinto punto dell'accusa verte sui cosiddetti "
search box", cioè le caselle di ricerca presenti sui vari siti e portali web. Al momento, Google contrattualmente
bloccherebbe i principali siti web in Europa nel ridistribuire queste caselle a motori concorrenti.
Infine, l'ultimo punto presentato dall'accusa di Microsoft, riguarderebbe la discriminazione che Google farebbe nei confronti degli aspiranti concorrenti, rendendo più costoso per loro raggiungere un posizionamento di primo piano.