Esordio positivo per il nuovo film di
Nanni Moretti "
Habemus Papam" che si piazza al secondo posto della classifica degli incassi con circa 1 milione e 300 mila euro.
Il film, però, già dal primo week end di proiezione è stato oggetto di forti polemiche soprattutto dal mondo cattolico che non ha per niente digerito il tema introspettivo della pellicola. Il sito cattolico tradizionalista
Pontifex arriva perfino a denunciare alla Questura di Bari il regista
Moretti, il produttore
Domenico Procacci, la co-produttrice
Rai e, non contenti hanno tirato in mezzo anche
Fabio Fazio per aver ospitato Moretti nel suo programma senza un adeguato contraddittorio.
Anche dalle stesse pagine del sito si levano voci forti e polemiche dai toni molto duri. La querelle però non si ferma qui perchà© il dissenso, viaggia anche attraverso le pagine di
Avvenire dove il vaticanista
Salvatore Izzo ha lanciato un invito a boicottare il film giustificandolo con un dogmatico (è il caso di dirlo) «Il Papa non si tocca: è il vicario di Cristo, la roccia su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa.
Per questo bocciamo al botteghino Habemus Papam di Nanni Moretti!»
A rincarare la dose, poi ci si è messo anche
Daniele Venturi presidente dei
Papaboys che definisce (alla faccia del dialogo tra chiesa e laicità ) «stupida pellicola»: «Non potevamo aspettarci opere d'arte da Nanni Moretti, e questo è chiaro. Ma doversi trovare a vedere un filmetto di seconda categoria che sa di cine-uovo (per i cine-panettoni c'è il periodo natalizio) proprio non ce lo aspettavamo.
Non c'è niente in questo film, zero via zero, un niente nascosto dietro ad un tentativo di fare "cassetta" sfruttando le imminenti festività della santa Pasqua ed a scapito dell'intelligenza e della sensibilità . 2.000 anni di storia non si piegano neanche di mezzo millimetro di fronte ad un tentativo esasperato che puzza di illuminismo francese, di allagare una stanza, quella della sensibilità e del buon gusto, con acqua stagnante, con una storiella neanche tanto originale, di un pontefice in piena crisi di personalità che abbandona il suo posto».
Polemiche sterili che sfiorano la censura medievale quelle lanciate dal popolo cattolico più intransigente e oscurantista, verso un film che non ha intenzione di andare a toccare il ruolo del pontefice e la forza del suo ruolo, ma semplicemente ricordare che anche chi viene investito da Dio stesso a impersonare suo figlio sulla terra resta prima di tutto un
uomo e in quanto tale un essere debole. Ognuno guardi il film e decida con la sua testa, i cattolici, e non, fanno parte del gregge di Dio, ma non sono
pecore.