L'australiano
Julian Assange fondatore di
Wikileaks, durante un'intervista al tabloid russo
Russian Today ha dato il suo personale punto di vista sui social network, nello specifico su
Facebook.
Un parere, che se fosse fondato dovrebbe, se non spaventare, quanto meno far riflettere "la più spaventosa macchina di spionaggio mai inventata".
"Abbiamo il più completo database al mondo sulle persone, le loro relazioni, i loro nomi, indirizzi, posizione geografica, le comunicazioni scambiate tra gli uni e gli altri, i loro parenti, tutto conservato negli
Stati Uniti e accessibile dall'intelligence statunitense. Non hanno bisogno di un mandato o sfruttare i servizi segreti: sono sufficienti pressioni giuridiche e politiche.
Essendo troppo costoso distribuire i record uno a uno, hanno sviluppato un'interfaccia per l'intelligence USA, automatizzando il procedimento. Tutti dovrebbero comprendere che quando aggiungono loro amici su Facebook stanno facendo un lavoro gratis per conto dell'agenzia d'intelligence USA, contribuendo alla costruzione del loro database".
Non ha mai fatto mistero Assange del suo modo di vedere internet come uno strumento che non favorisce la libertà di parola e a
Cambrige dove ha parlato ai giovani studenti ha dichiarato: "Non è una tecnologia che promuove i
diritti umani. Non è una tecnologia che promuove la convivenza civile. àˆ una tecnologia che può essere usata per istituire un regime totalitario basato sullo spionaggio, un regime che ancora non è stato realizzato. Gli attivisti possono però prenderla per mano e trasformarla in qualcosa di diverso, quello che tutti ci auguriamo".