Dopo la 20enne blogger siriana
Tal Malluhi, arrestata un anno e mezzo fa con l'accusa di essere una spia per conto degli Stati Uniti, un'altra giovane siriana,
Amina Arraf (nota ai più come
Amina Abdallah), è stata rapita dalla polizia segreta a Damasco.
La ragazza ha un blog intitolato "
A gay girl in Damascus" e il motivo della sua cattura sembra essere proprio questo.
Secondo quanto è stato riportato sul blog stesso da una persona che si è identificata come la cugina di Amina, la giovane sarebbe stata "portata via con la forza da tre uomini armati a bordo di un'auto, probabilmente la polizia segreta" nei pressi di
piazza degli Abbasidi nella capitale siriana.
Una sua amica sarebbe stata testimone della scena: le ragazze, infatti, erano insieme perchà© dovevano incontrare un rappresentante dei
Comitati locali di coordinamento (Lccs) della mobilitazione anti-regime.
Amina, figlia di un'americana e di un siriano, ha la doppia cittadinanza e ha vissuto a lungo negli Stati Uniti. Musulmana sunnita praticante, era tornata in Siria nell'estate 2010 e stava lavorando alla stesura di un libro di matrice
autobiografica.
Sul suo blog raccontava la difficile vita di una ragazza omosessuale in Siria.
Il blog, dal marzo scorso (mese che ha segnato l'inizio della rivoluzione siriana), aveva assunto particolare importanza poichà© veniva utilizzato come fonte di notizie circa la situazione nel Paese per la stampa internazionale.
Uno degli ultimi post più significativi, datato
5 giugno, recita così: "Prima di ogni preghiera del venerdì seguiamo nuovi riti dell'abluzione. Tengo le unghie sufficientemente corte in modo che, se dovessero prendermi, non possano strapparmele via. Ogni venerdì scrivo sul braccio il mio nome, gli estremi della carta d'identità e il numero di telefono. Scrivo lo stesso in inglese e in arabo sul petto e sulla schiena di mio padre. E così lui fa a me... Se io o lui dovessimo morire e se dovessimo finire in una fossa comune, quando ci dissotterreranno qualcuno saprà cosa ne è rimasto di noi".