Linsostenibile peso di Facebook nelle scelte politiche

Le amministrative prima, il referendum poi, ma prima ancora la campagna di Obama e la Primavera Araba. I cambiamenti passano dai social network e da internet.

Autore: Redazione IT Tech & Social

E poi dicono che i giovani non scendono più in piazza. Certo, per le strade a manifestare se ne vedono pochi, ma si provi a fare un giro sulle nuove piazze virtuali dei social network e si vedranno migliaia se non milioni di ragazzi in tutto il  mondo che si scambiano informazioni e opinioni politiche.
E' su internet infatti che oggi si consuma una vera e propria rivoluzione. Le elezioni amministrative prima, i ballottaggi poi e infine i referendum hanno visto su Facebook e Twitter un  tam tam continuo di incitamenti al voto, propaganda politica e sana satira di massa.
Come funghi sono spuntati slogani, video, canzoncine, e "colpa di…" che altro non erano che una involontaria campagna elettorale del tutto guidata e costruita dal popolo.


Con i social network, oggi come non mai la popolazione si può sentire protagonista e finalmente libera di far arrivare il proprio pensiero ad altri milioni di persone con cui tessere una vera e propria rete.
Che sia per la Moratti o Pisapia, per il sì, per il no o per l'astensionismo l'importante è dirlo, farlo sapere e coinvolgere altri profili. In Italia il ruolo dei social network si è dimostrato fondamentale in questo ultimo periodo politico anche perchà© ora i giovani al di sotto dei 40 anni non usa più informarsi attraverso i tradizionali mezzi di comunicazione di massa, ma si affida alla rete, ai social e ai blog.


Ma l'Italia non è il solo esempio in cui la rete si rivela il potentissimo mezzo di comunicazione che effettivamente è: tutto cominciò con la campagna elettorale di Barack Obama, in cui gli utenti erano parte attiva dell'operazione, coinvolti e considerati, non visto solo come "consumatori finali" da un prodotto da vendere, quindi fu la volta della "primavera araba" quell'onda di libertà  che ha travolto il Nord Africa fino alla Siria di questi giorni.
In Egitto e in Libia, così come nella nazione siriana la rete è stata un elemento fondamentale per organizzare la protesta ed esporla al mondo intero che altrimenti, forse non ne avrebbe saputo nulla.
E addirittura nel paese dell'ex-presidente Mubarak una coppia di sposi ha chiamato la propria bambina Facebook in onore del social network che ha restituito loro quella libertà  che da tempo mancava nella terra dei faraoni.

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