La
sonda Cassini è riuscita a catturare un fenomeno a dir poco straordinario: una
tempesta che si è scatenata su
Saturno e che aveva un'estensione pari a otto volte quella della terra.
La sonda è riuscita a riprendere sia le immagini che i suoni del fenomeno e si è scoperto che il pianeta Saturno è stato colpito da
fulmini 10 mila volte più potenti di quelli che si abbattono sulla terra durante un forte temporale e si susseguivano a un ritmo di 10 al secondo.
La tempesta è risultata talmente grande da essere visibile anche dalla terra, ovviamente non a occhio nudo. Se si fosse puntato un
telescopio verso il
pianeta con gli anelli si sarebbe potuta scorgere una macchia bianca nell'
emisfero nord.
Lo studio sulla tempesta è stato condotto da due differenti gruppi di ricerca, il primo condotto dallo spagnolo Augustin Sanchez-Lavega della
Scuola di Tecnica Superiore di Ingegneria di Bilbao e il secondo condotto dall'austriaco Georg Fischer dell'
Accademia delle Scienze Austriaca.
Manifestazioni di tale intensità si verificano su Saturno una volta all'anno, che equivale a 29,5 anni terrestri e negli ultimi 130 anni terrestri si sono osservate solo 5 macchie paragonabili a questa più recente.
La superficie della tempesta, stimano gli studiosi, poteva essere pari a 4 miliardi di km quadrati, ma la frequenza esagerata dei fulmini (10 al secondo) ha portato gli esperti a ipotizzare che in corso ci fossero più tempeste contemporaneamente.