Fujifilm riporta in vita le foto danneggiate dal terremoto in Giappone

Fujifilm ha lanciato il "Photo Rescue Project", un progetto che si pone l'obiettivo di ridare vita alle fotografie danneggiate dal terremoto e dallo tsunami in Giappone.

Autore: Redazione Foto e Video

Fujifilm Corporation lancia a sostegno delle aree del Giappone colpite dal terremoto e dallo tsunami il "Photo Rescue Project", un'iniziativa volta al recupero delle fotografie e degli album, danneggiati da fango e acqua di mare.L'obiettivo di Fujifilm è quello  di supportare i volontari che stanno lavorando per recuperare le fotografie. A marzo l'azienda ha condiviso sul sito della divisione giapponese un post in cui spiegava come trattare le fotografie danneggiate dall'acqua.
Per fornire indicazioni più mirate e semplici da applicare, ha poi condotto un test riproducendo le condizioni delle aree colpite dal disastro, condividendo in rete le nuove informazioni venute alla luce.
Lo staff Fujifilm ha raggiunto i volontari impegnati nel recupero delle fotografie, così da esaminare le condizioni di quelle recuperate ed identificare gli strumenti ed i materiali necessari per il ripristino.



Il "Photo Rescue Project" è portato avanti da 30 membri che, a turno, offrono assistenza tecnica sull'argomento e da più di cento dipendenti che lavorano nel weekend come volontari.  Il progetto si pone l'obiettivo di garantire due tipi di assistenza:

1. Assistenza tecnica alle organizzazioni locali e ai gruppi di volontari che stanno lavorando per recuperare le fotografie danneggiate, tramite l'organizzazione delle procedure di recupero delle immagini e la relativa condivisione del Know how – su Internet, e sui media (stampa, tv e radio) delle zone colpite dal disastro.

 2. Assistenza materiale grazie alla dotazione degli strumenti necessari al recupero delle fotografie ai volontari, alle organizzazioni locali e a i centri di evacuazione coinvolti nel salvataggio.

Tutte queste attività  vengono portate avanti grazie al supporto e alla collaborazione della popolazione locale, dei gruppi di volontari delle aree colpite, dei proprietari di negozi e studi fotografici e diverse organizzazioni legate al mondo della fotografia.

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