In Italia, d'ora in poi, sarà consentito il sequestro preventivo dei siti web. Le parti lese dovranno comunque giustificare le condotte illegali.
Autore: Chiara Bernasconi
D'ora in poi, nel nostro Paese, è consentito il sequestro preventivo dei siti web in Italia, ma le parti lese dovranno giustificare concretamente le condotte illegali. A inizio mese il Tribunale del riesame di Padova era stato chiamato a esprimersi sul caso Moncler: ben 493 siti il cui dominio conteneva la parola "moncler", da fine settembre non erano più accessibili via web a causa di un sequestro preventivo correlato a presunte attività di vendita di merce contraffatta. Fulvio Sarzana, legale specializzato in diritto penale dell'informatica, ha così dichiarato: "Se passa l'idea che basta il nome di un'azienda nell'indirizzo del sito per farlo oscurare, allora è il tramonto della libertà d'espressione. àˆ la premessa alla censura, in massa, di siti che contengono opinioni sgradite ad aziende o politici". Venerdì, però, il Tribunale del riesame di Padova ha ristabilito i principi democratici dissequestrando tutti e 493 siti. Nella sentenza è possibile leggere quanto segue: "Il provvedimento impugnato tende effettivamente a connotarsi per esorbitanza rispetto alla concreta acquisizione di elementi fattuali che consentano di evidenziare, chiaramente, condotte di contraffazione di capi con marchi Moncler".
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