Lo studio dell'
intelligenza artificiale ci ha insegnato che sono le abilità apparentemente più banali a essere difficili da riprodurre.
Un'attività reputata molto intelligente come il
gioco degli scacchi può essere trasformata in una sequenza di azioni puramente meccanica e svolta da un computer molto meglio di un essere umano. Ma insegnare a un computer a vedere un gatto e a
capire che è un gatto è molto più difficile.
CI ha provato il famoso
Laboratorio X di
Google, quello che si occupa dei progetti più futuribili come gli occhiali computerizzati o la macchina che si guida da sola.
Sono stati infatti pubblicati i risultati di una
ricerca sull'intelligenza artificiale in cui si è cercato di far imparare a un computer a
riconoscere i gatti che apparivano all'interno di una selezione casuale di filmati presi da
YouTube.
A questo scopo è stata creata una
rete neurale, formata da
16.000 processori con oltre un miliardo di reciproche
connessioni.
Il lato più interessante dell'esperimento è che la rete non ha ricevuto
suggerimenti: le sono stati forniti i dati grezzi, lasciando che
imparasse da sola a distinguere nei filmati la presenza di un soggetto comune, cioè i felini.
Il risultato è stato positivo, e potrebbe portare a nuovi metodi per creare intelligenze artificiali funzionanti.
Va detto che la
potenza di calcolo utilizzata, seppur grande, è ancora notevolmente inferiore a quella della
corteccia visiva del cervello umano. Il continuo progredire dell'informatica, tuttavia, potrebbe permetterci presto di raggiungerla.