3 milioni di italiani vittime di sesso e giochi online

Gli italiani che cadono nella trappola del sesso e dei giochi online sono 3 milioni. Il disturbo colpisce prevalentemente la popolazione che va dai 15 ai 40 anni.

Autore: Chiara Bernasconi

Sono tre milioni gli italiani che cadono nella trappola del sesso e dei giochi online. Si tratta di persone che passano davanti al pc più di otto ore quotidianamente semplicemente perché non riescono a farne a meno, proprio come accade con gli stupefacenti.
L’allarme è stato lanciato dagli specialisti che partecipano al 46esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di psichiatria.
Il disturbo colpisce prevalentemente la popolazione che va dai 15 ai 40 anni.
Massimo Di Giannantonio dell'Università di Chieti, commenta così: “In Italia, da tempo si parla di dipendenza da Internet, ma oggi si stima che l'incidenza del disturbo vada dal 3 all'11% della popolazione, con una prevalenza maggiore fra i giovanissimi e adulti, dai 15 ai 40 anni. Ed è più a rischio chi è isolato geograficamente o a causa di turni di lavoro notturni, ma anche chi ha disagi psicologici o familiari preesistenti”. “Esistono vari tipi di dipendenza online. Fra le più pericolose c'è la dipendenza dal sesso virtuale, in cui il paziente passa il suo tempo a scaricare, utilizzare e commercializzare materiale pornografico. Ma altrettanto rischiosa è la dipendenza 'cyber-relazionale, in cui i rapporti sociali virtuali prendono il sopravvento su quelli reali, arrivando a destabilizzare la famiglia; oppure il 'net-gaming', ovvero la dipendenza dai giochi in rete”, ha affermato lo psichiatra Claudio Mencacci, presidente del congresso milanese. In certi casi, la dipendenza diventa talmente estrema da manifestarsi con un totale ritiro sociale, chiamato “hikikomori”.
Eugenio Aguglia, presidente della Società di Psichiatria, ritiene che per guarire “esistono due tipi di approccio: il trattamento medico attraverso psicofarmaci e psicoterapie, e la 'risocializzazione, ovvero l'accoglienza dell' hikikomori in comunità dove si trovano altri ragazzi e ragazze con lo stesso problema, in modo da consentire al paziente di capire che non è solo ed è possibile guarire dal suo problema”.

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