Per la Fieg Google deve pagare

La FIEG ha emanato un documento destinato a scatenare anche nel nostro Paese lo scontro tra Google News e le varie tesate giornalistiche.

Autore: Chiara Bernasconi

La FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) ha emanato un documento destinato a scatenare anche nel nostro Paese lo scontro tra Google News e le varie tesate giornalistiche.
Nel comunicato è possibile leggere quanto segue: “Gli editori italiani e francesi hanno deciso di agire di concerto, coordinando la propria azione di sensibilizzazione con quella dei colleghi tedeschi. Il tema della tutela dei contenuti editoriali e del riconoscimento agli editori di uno specifico diritto d’autore connesso alle attività di indicizzazione effettuate dai motori di ricerca diviene ora un problema urgente, comune a tre dei più grandi Paesi europei”.
In Italia, ogni giorno, sono oltre 24 milioni le persone che leggono un quotidiano.
Tra il 2009 e il 2011 il numero degli utenti dei siti web di giornali è aumentato da 4 a 6 milioni ogni giorno. In Francia il 97% della popolazione legge almeno un giornale quotidianamente e in Germania 47 milioni di persone di età superiore ai 14 anni leggono ogni giorno un quotidiano su carta, mentre i siti internet dei quotidiani tedeschi sono visitati ogni mese da 27.7 milioni di utenti unici (39,5 % della popolazione).
La FIEG ritiene che la stampa italiana non debba lasciarsi morire quando altri Paesi Europei sono stati in grado di salvare l’editoria.
Per l’esperto in materia Claudio Giua il cuore del problema è rappresentato da Google: “La posizione tedesca è molto interessante: secondo il loro disegno di legge, che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno, anche i microcontenuti, tutte le parti degli articoli sono proprietà intellettuale, perciò gli asbtract citati dagli aggregatori non ne sono esclusi. Google dovrebbe mettersi attorno a un tavolo e cominciare a discuterne, considerando la sua posizione dal punto di vista economico, non vedo rischi”.
Dal canto loro, gli editori italiani hanno lanciato un appello al Governo affinché attui le misure “necessarie alla creazione di una vera Società dell’Informazione, tra cui il riconoscimento di una adeguata remunerazione per lo sfruttamento delle opere editoriali e di una equa condivisione del valore nel mercato digitale”.
In questi giorni, inoltre, è trapelata un’indiscrezione secondo la quale “Il Corriere della sera” e “Repubblica” metteranno un paywall ai loro siti da inizio 2013. 
Non è escluso che le due celebri testate possano poi essere seguite da giornali dello spessore de “Il Sole 24 ore” o “La Stampa”.
Dal prossimo mese di gennaio, dunque, non è escluso che tutti coloro i quali visiteranno i siti delle due testate dovranno aver pagato un abbonamento per accedere a quasi tutti i contenuti online.

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