Ibm va oltre il silicio con i nanotubi al carbonio

Ibm ha realizzato un nuovo metodo per collocare circa 10mila transistor realizzati con nanotubi al carbonio su un singolo chip.

Autore: Chiara Bernasconi

I ricercatori Ibm hanno messo a punto un nuovo metodo per collocare circa 10mila transistor realizzati con nanotubi al carbonio su un singolo chip.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista specializzata "Nature Nanotechnology".
I nanotubi al carbonio non sono altro che singoli fogli di atomi di carbonio arrotolati "a tubo" ed è previsto che i futuri chip che incorporeranno transistor basati su questa tecnologia offriranno prestazioni  5-10 volte migliori rispetto ai circuiti di silicio.
Nello specifico, il nuovo metodo consiste nel ridurre ulteriormente le dimensioni dei chip, andando oltre le tecnologie basate sui tradizionali chip in silicio.
Si tratta certamente di un significativo passo in avanti nella ricerca di nuovi materiali, tra i quali è possibile annoverare il carbonio e il grafene, nonché di tecnologie che potranno essere utilizzate nei chip di prossima generazione.
I nanotubi realizzati con molecole di carbonio possono altresì essere impiegati come transistor in un circuito: essi infatti sono più piccoli e potenzialmente possono condurre più corrente del silicio, anche se sono più difficili da manipolare alle grandi intensità richieste.
Da parte sua, Ibm ha affermato che la nuova tecnologia rappresenta un passo avanti nella risoluzione di questo genere di problemi, pur non essendo pronta per l’applicazione commerciale immediata.
Supratik Guha, direttore del Physical Sciences di Ibm Research, ha così dichiarato: “Stiamo cercando compiere i primi passi verso una tecnologia di realizzazione di transistor ai nanotubi al carbonio, il tutto nell'ambito di un'infrastruttura tradizionale di produzione di wafer. Lavoriamo con i transistor ai nanotubi al carbonio perché a dimensioni estremamente piccole si comportano meglio di transistor basati su altri materiali. Ci sono tuttavia delle sfide da affrontare come una purezza altissima dei nanotubi al carbonio e il posizionamento controllato in scala nanometrica. Abbiamo fatto passi in avanti significativi su entrambi i fronti”.

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