Da acerrimo nemico a salvatore: è questo il ruolo che il web ha assunto nei confronti dell’industria musicale.
Un rapporto dell’
International Federation of the Phonographic Industry (Ifpi), infatti, rivela che la musica digitale, nel 2012, è stata
in grado di trainare anche gli altri comparti. I ricavi dell’industria musicale sono perciò
cresciuti dello 0,3% nell’ultimo anno, registrando finalmente un risultato positivo in un mercato che era in crisi dal 1999, principalmente a causa di internet.
Occorre infatti ricordare che
la responsabilità della forte diminuzione delle vendite di CD era stata attribuita a
Napster, noto programma di file sharing
creato da Shawn Fanning e Sean Parker e attivo dal giugno 1999 fino al luglio 2001.
Oggi, invece, la situazione si è ribaltata e la
musica online salva il settore, soprattutto
grazie al boom di app e di dispositivi quali iPod, smartphone e tablet che hanno permesso la crescita di servizi come
iTunes, Spotify e Deezer, pe citare i più celebri.
Per quantificare questa crescita, è sufficiente pensare che, a livello globale, nel 2012, la musica su web ha
raggiunto i 5,6 miliardi di dollari, ossia il
34% del mercato complessivo.
I download sono cresciuti in un anno del 12%, giungendo così a
4,3 miliardi di unità e arrivando a rappresentare
circa il 70% del totale delle entrate della musica digitale. Risultato positivo anche per gli abbonamenti che sono in crescita del 44%.
Il presidente e Ceo di
Sony Music Entertainment,
Edgar Berger, ha così dichiarato: “All'inizio della rivoluzione digitale era usuale sentir dire che il digitale stava uccidendo la musica. Beh, la realtà è che sta salvando la musica. L'industria discografica ha tutte le ragioni per essere ottimista sul futuro”.
In alcuni Paesi, inoltre, come per esempio
Stati Uniti, Norvegia, Svezia e India, le vendite digitali stanno addirittura superando quelle dei supporti fisici.
Francis Keeling, global head of digital business di Universal Music Group, ha puntualizzato che “da India, Africa e Cina arrivano segnali molto positivi per il futuro”.
Non bisogna però dimenticare che il fenomeno della
pirateria online permane ed è ancora di
entità importante: le stime Ifpi, infatti, rivelano che un terzo degli utenti accede a siti per
scaricare musica in maniera illegale.