La
Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha rigettato il ricorso dei fondatori di
Pirate Bay, il sito di condivisione di musica, film e giochi al centro di guai giudiziari.
Per la Corte, dunque, la condanna dei Tribunali svedesi è giusta e
non ha violato il diritto alla libertà di espressione.
Occorre ricordare che
Fredrik Neij e Peter Sunde Kolmisoppi erano stati
condannati nel 2010 dai tribunali svedesi per aver infranto il diritto di copyright di varie società a cui hanno dovuto versare circa
5 milioni di Euro. La Corte ha inoltre sottolineato che, nonostante l’
articolo 10 della Convenzione europea dei diritti umani (volta a sancire la libertà di espressione) protegga il diritto a scambiare materiale anche quando coperto da copyright, tale diritto deve necessariamente essere bilanciato con altri interessi.
In sede di ricorso, Neij e Sunde hanno sostenuto di
non poter essere ritenuti responsabili dell’uso fatto da altri del sito Pirate Bay, il cui scopo era solo quello di facilitare lo scambio di file su Internet.
A loro parere, sono da ritenere colpevoli solo gli utenti che hanno scambiato file con materiale protetto dal copyright.
Recentemente, dopo che
Rights Alliance, gruppo di industria dello spettacolo svedese, ha minacciato azioni legali contro il Partito Pirata se avesse continuato a ospitare Pirate Bay, il sito ha deciso di trasferirsi: utilizzerà il web-hosting dei Partiti Pirata di altri due Paesi europei, ossia Norvegia e Spagna.